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Francesca Interlenghi
Leggi i suoi articoliDall’8 ottobre al 7 gennaio 2024, il Mac-Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ospita «We Are the Flood», nuova personale di Stefano Cagol (Trento, 1969). La mostra è parte dell’omonimo progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito di Italian Council (12ma edizione, 2023), il programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana.
Cagol è un artista e attivista la cui pratica multiforme si avvale di differenti media: il video, la fotografia, le installazioni e la performance art. Fin dagli esordi negli anni Novanta, la sua ricerca si è concentrata su temi molto specifici, come le sorgenti energetiche, il cambiamento climatico, il rapporto uomo/natura, il fenomeno della globalizzazione, i confini tra gli stati e le implicazioni politiche che ne conseguono.
L’esposizione, a cura di Francesca Guerisoli, si sviluppa su tre piani del museo e ruota attorno a una nuova installazione, la scritta monumentale «We Are The Flood». Realizzata con un materiale simbolo dell’oggi, la plastica di scarto, multicolore e atossica ma derivata dal petrolio, essa dà vita a un dialogo di mutua reciprocità con altri 10 significativi lavori dell’artista, esposti in quest’occasione.
Le opere, grazie al carattere installativo, performativo, tecnologico e partecipato che le caratterizza, generano un «sistema complesso», che innesca una potente relazione con lo spazio e un imprescindibile rapporto con il fruitore, chiamato a interagire più o meno attivamente con esse. Il concetto «noi siamo» (we are) è infatti il principio fondante del progetto e si sostanzia in un atto corale di consapevolezza.
«Rompendo l’equilibrio della natura, spiega Cagol, l’essere umano distrugge tutto. Il suo desiderio di onnipotenza, il suo atteggiamento predatorio, decreterà la sua fine. A meno che non ci convinciamo che dobbiamo instaurare un rapporto simbiotico con la natura. È la simbiosi, forse, l’unica via per la salvezza». L’installazione entrerà a far parte della collezione del Mac e verrà completata da una serie di performance e video prodotti dall’artista in diversi luoghi simbolici dal punto di vista naturale e antropocenico: dalle foreste pluviali tropicali al deserto, fino alle lande artiche, spostandosi in Egitto, Malesia, Groenlandia e Kirghizistan.
Il primo di questi eventi correlati avrà luogo la sera dell’inaugurazione, nel corso della XIX Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci-Associazione Musei d’Arte Moderna e Contemporanea Italiani. L’artista si farà interprete di un moderno rito sciamanico, una performance collettiva e propiziatoria al lungo viaggio che introdurrà l’opera nel mondo. La mostra segna la prima tappa dell’iniziativa multisito, che vedrà Cagol spostarsi al Cairo e nell’Asia sud occidentale e successivamente nell’Artico e in Asia centrale. Al Mac avverrà la restituzione finale dell’intera esperienza e la presentazione del libro dedicato.

Ritratto di Stefano Cagol. Foto di Francesca Padovan

«Abiogenesis» (2020) di Stefano Cagol

«Flu game» (2008) di Stefano Cagol

«Far before and after us» (2022) di Stefano Cagol

«Over the two thousand» (2007) di Stefano Cagol