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La sala esposizioni dell’edificio neoclassico di Barcellona ha soffitti alti più di cinque metri che permettono di esporre opere di grandi dimensioni
- Roberta Bosco
- 03 febbraio 2023
- 00’minuti di lettura


Joaquín Sorolla in una foto d’epoca
Roberta Bosco
Leggi i suoi articoliBarcellona ha una nuova sede espositiva per accogliere le grandi mostre internazionali di artisti che fanno il giro del mondo come se fossero pop star. Si tratta del Palau Martorell (carrer Ample 11), un edificio neoclassico con vista sulla Basilica de la Mare de Déu de la Mercè, affittato (sembra per 27mila euro al mese) da un’impresa privata diretta da Jesús Rodríguez, che per anni è stato il delegato in Spagna di Arthemisia, la società italiana specializzata nella produzione di grandi mostre.
La sala esposizioni di 1.600 metri quadrati su tre piani ha soffitti alti più di cinque metri che permettono di esporre opere di grandi dimensioni. «Le mostre dei musei sono troppo scientifiche, precisa Jesús Rodríguez. Per questo puntiamo su mostre di grande interesse che creano impatto nel pubblico».
Il Palau Martorell avrà una programmazione permanente e regolare di grandi nomi internazionali, oltre a una linea dedicata alla fotografia e alla diffusione di artisti contemporanei e un programma di conferenze e attività per diversi pubblici. «Vogliamo esporre artisti come Chagall, Mucha, Calder, Basquiat o Tamara de Lempicka», aggiunge Rodríguez, che però non rivela quale sarà la prossima mostra.
Il nuovo spazio ha inaugurato con una rassegna dedicata a Joaquín Sorolla (1863-1923) nel centenario della sua morte. «Cazando impresiones» (fino al 5 marzo) presenta 193 dipinti a olio di piccolo formato su tavola e cartone, che l’artista chiamava «macchie o note di colore», prestati dal Museo Sorolla. Inizialmente considerate opere intime, prodotti incompiuti del lavoro del pittore, furono presto apprezzate per la libertà creativa che trasmettono.
Sorolla le utilizzava talvolta come bozzetti, ma più spesso le considerava opere autonome. Le attaccava con spilli alle pareti del suo studio e ben presto cominciò a incorniciarle e a esporle in tutte le sue mostre. Di piccolo formato, ma grande audacia, contengono sprazzi del Sorolla più geniale.
Le opere sono state selezionate da Blanca Pons-Sorolla, pronipote del pittore e una delle principali esperte della sua opera, curatrice anche della mostra con cui Madrid si somma al centenario, «Sorolla a través de la luz», aperta nel Salone Génova del Palazzo Reale dal 17 febbraio al 23 giugno. In mostra 24 dipinti originali, per lo più provenienti da collezioni private ed esposti per la prima volta, che dialogheranno con ricreazioni digitali, applicazioni di realtà virtuale e aumentata ed esperienze sensoriali.

Joaquín Sorolla in una foto d’epoca