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Una veduta dell’allestimento della mostra «Orhan Pamuk. La consolazione delle cose» alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda

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Una veduta dell’allestimento della mostra «Orhan Pamuk. La consolazione delle cose» alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda

Orhan Pamuk artista visivo a Dresda

Un aspetto poco noto dello scrittore turco, Premio Nobel per la Letteratura nel 2006, che nella Gemäldegalerie Alte Meister allestisce il suo «Museo dell’Innocenza»

Francesca Petretto

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La comunità straniera più presente in Germania è sicuramente quella turca: secondo un ultimo censimento, dei circa 84 milioni di abitanti della moderna Nazione tedesca oltre tre sarebbero di origine e/o provenienza geografica anatolica, e di questi oltre la metà ne deterrebbe ancora la cittadinanza. Si tratta evidentemente di un numero sottostimato che tuttavia anche in questa entità definisce il peso delle relazioni politico-economiche fra i due Paesi e il ruolo chiave giocato dalla nazione transcontinentale euroasiatica nelle decisioni del Governo tedesco in termini di politica estera e interna.

A chi conosce il fenomeno dei Gastarbeiter (lavoratori ospiti) italiani arrivati in Germania a partire dal 1955 grazie agli accordi bilaterali italo-tedeschi di reclutamento di lavoratori di sesso maschile per le fabbriche teutoniche, non è difficile comprendere come pochi anni dopo, nel 1961-62, il Governo locale abbia fatto altrettanto coi loro omologhi turchi. Ma se la maggior parte degli italiani, fatta fortuna o carriera, decise di rientrare, i turchi, grazie anche alla possibilità dei ricongiungimenti familiari, decisero al contrario di rimanere, e negli anni il fenomeno dell'immigrazione dall'Anatolia è rimasto piuttosto costante nei numeri.

La premessa è indispensabile per comprendere l'entità delle infiltrazioni della cultura anatolica in quella tedesca e spiega forse a un livello più profondo l'attuale iniziativa delle Collezioni Statali d’Arte di Dresda di progettare una serie di programmi pluriennali su temi classici e contemporanei relativi all’arte e alla cultura della gemellata Repubblica di Turchia.

In occasione del centenario della fondazione del moderno Stato turco da parte di Mustafa Atatürk, la Gemäldegalerie Alte Meister vi dà avvio con la mostra «Orhan Pamuk. La consolazione delle cose» (dal 6 ottobre al 7 aprile 2024), dedicata al primo scrittore turco insignito del Premio Nobel (nel 2006, Ndr) «la cui opera polifonica e multidisciplinare ha da tempo rotto gli schemi dei generi artistici e persino i confini della letteratura».

La rassegna si focalizza sul lato finora meno conosciuto di Pamuk (Istanbul, 1952): la sua attività di artista visivo. Nel Gabinetto Semper della Pinacoteca Pamuk mette in scena il suo «Museo dell’Innocenza» con oggetti di uso quotidiano basati sul suo omonimo romanzo (Masumiyet Müzesi, 2008) e presenta un’installazione e alcune nuove opere create ad hoc per la mostra insieme alle sue fotografie tra cui alcune ancora inedite.

Una veduta dell’allestimento della mostra «Orhan Pamuk. La consolazione delle cose» alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda

Francesca Petretto, 06 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

Orhan Pamuk artista visivo a Dresda | Francesca Petretto

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