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«La presa di Gerusalemme» (1614-20), di Antonio Tempesta. © Cortesia Galleria Borghese

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«La presa di Gerusalemme» (1614-20), di Antonio Tempesta. © Cortesia Galleria Borghese

La sacralità delle pietre, sulle tracce di Roger Caillois

L’allestimento all’Accademia di Francia omaggia l’antropologo, sociologo e critico letterario francese, tra arte antica e contemporanea

Fino al 14 gennaio 2024, una mostra all’Accademia di Francia-Villa Medici racconta 4 miliardi di anni di fantasia naturale: «Storie di pietra. Sulle tracce di Roger Caillois» riunisce 200 oggetti provenienti da 70 istituzioni (musei pubblici, collezioni private e centri universitari), che, tra opere d’arte dell’uomo e opere d’arte minerali, illustrano il grande fascino suscitato dalla bellezza della materia più dura che ci sia.

Scrivono i curatori della mostra, Jean de Loisy, storico dell’arte, e Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia: «Compagne delle nostre fantasticherie, le pietre, più antiche della vita, hanno esercitato sugli esseri umani un fascino di cui ciascuno può condividere l’esperienza, proprio come quei poeti e quegli artisti, di tutte le epoche, che hanno testimoniato le profonde influenze che queste presenze silenziose hanno avuto sulle loro creazioni».

Questo viaggio attorno alla materia inizia dal più antico minerale terrestre, risalente a 4,4 miliardi di anni fa, una testimonianza abnorme dell’immensità in cui siamo immersi. Seguono altri minerali di vario genere, foggia e antichità, fino alle creazioni umane: armi, pietre votive, cristalli ritenuti sacri, ma soprattutto le opere d’arte, di quasi tutte le stagioni dell’uomo. Opere ispirate alle bellezze minerali, contenenti le stesse, o realizzate plasmandole.

Si ha modo così di ammirare opere di Hans Baldung Grien, Domenico Beccafumi, Albrecht Dürer, Francesco Francia, Guido Reni, il Pozzoferrato, Hercules Pietersz Seghers, Luca Signorelli, Antonio Tempesta e Giorgio Vasari; ma anche lavori di Constantin Brancusi, Gino De Dominicis, Jean Dubuffet, Jimmie Durhan, Robert Filliou, Damien Hirst, Fernand Léger, Richard Long, Henry Moore, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Auguste Rodin, Robert Smithson e Tatiana Trouvé.

Il tutto ispirato alla figura di Roger Caillois. Nato nel 1913 e morto nel 1978, antropologo, sociologo e critico letterario francese, Caillois fu pure appassionato collezionista e studioso di pietre rare. Alcune di queste sono in mostra, accompagnate dallo spirito con cui questo originale intellettuale, per breve tempo compagno di strada dei surrealisti, guardava alla magia dei minerali, non considerandoli oggetti inanimati ma presenze misteriose, capaci di poesia. Amava parlare infatti di «vertigine» e di «sacralità», intrecciando valori ed essenze da lui scrutate in ambito gemmologico, con le dinamiche psico-antropologiche del mito e dell’umana fantasia.

«La presa di Gerusalemme» (1614-20), di Antonio Tempesta. © Cortesia Galleria Borghese

Guglielmo Gigliotti, 17 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

La sacralità delle pietre, sulle tracce di Roger Caillois | Guglielmo Gigliotti

La sacralità delle pietre, sulle tracce di Roger Caillois | Guglielmo Gigliotti