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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliÈ un dialogo ben riuscito, tra contenuto e contenitore, quello tra le opere di Irma Blank (Celle, Germania, 1934-Milano, 2023) e le sale storiche del Castello di Mirandolo, edificio in stile neogotico sede della Fondazione Cosso e della mostra «Irma Blank. Tra segno e silenzio», in programma dal 14 ottobre al 26 novembre. Paola Eynard, vicepresidente della fondazione, promotrice dell’iniziativa, spiega che «per i nostri 15 anni di attività abbiamo deciso di immaginare un nuovo e innovativo format espositivo, “contenuto” nel tempo e nello spazio, “atempo”, progetto tra arte, musica e natura, che vedrà raccontare al Castello di Miradolo la sua identità di laboratorio di idee multidisciplinare in dialogo con artisti del presente e del passato».
Blank, che a Milano era venuta in contatto con esponenti della Poesia concreta, aveva introdotto il linguaggio nelle sue stampe e nei suoi dipinti traslando il testo dalla letteratura alle arti visive. Sono 15 le opere provenienti da collezioni private, e in collaborazione con la Galleria P420 di Bologna, esposte. Di queste una dozzina appartiene a diversi cicli della sua produzione e sono realizzate con tecniche differenti. Spiccano tre libri d’artista, in particolare, Ur-Buch ovvero Romanzo Blu, di cui l’autrice diceva: «Poi è entrato in scena il blu, deciso, perentorio. È il colore dell’inchiostro, dell’infinito, dell’utopia».
Sono inoltre visibili due filmati con interviste e, accanto ai libri, un video che ne illustra i contenuti. «Le ultime opere di Irma Blank si intitolano “Gehen” (andare) perché, come dice l’artista, “siamo sempre dentro il nostro fare, nel tempo”, spiega Roberto Galimberti, curatore della mostra. Immaginare il tempo nel fare è l’ideale legame tra la Fondazione Cosso e l’opera di Blank, la cui scrittura è uno specchio interiore e un aprirsi al mondo. Le sale del Castello di Miradolo, che svelano, con i loro restauri, ciò che resta degli affreschi pastello e che ospitano le armonie dell’installazione sonora e i giochi di “da un metro in giù” lungo il percorso di visita, dialogano con i rosa e i blu di Irma Blank: perché anche un luogo può essere o tornare a raccontarsi come una pagina bianca, accogliendo i segni di chi, nel tempo, lo incontra».

Irma Blank nel suo studio a Milano nel 1977. Foto di Maria Mulas