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I materiali esposti al Castello Ursino, provenienti dall’Archivio storico comunale, ripercorrono la biografia dello scrittore, rievocando le atmosfere e il contesto dell’epoca
- Alessandra Ruffino
- 06 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura


Una veduta della mostra al Castello Ursino
Il cuore è contento nel segno di Verga
I materiali esposti al Castello Ursino, provenienti dall’Archivio storico comunale, ripercorrono la biografia dello scrittore, rievocando le atmosfere e il contesto dell’epoca
- Alessandra Ruffino
- 06 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura
Alessandra Ruffino
Leggi i suoi articoliNel centenario della morte, è in corso fino al 26 dicembre al Castello Ursino l’esposizione «Verga: quotidianità di un romanziere. Famiglia, vita, carattere e opere dello scrittore dal carteggio Fondo Eredi Verga». Curata da Antonio Di Silvestro, la mostra scopre molte carte inedite, presentando testamenti, carteggi, contenziosi, tra cui spicca il testo completo della causa intentata contro Pietro Mascagni, colpevole (insieme all’editore Sonzogno) di aver espunto il nome di Giovanni Verga dalla locandina della prima di «Cavalleria rusticana», avvenuta a Roma nel maggio 1890.
Fu raggiunto un accordo transattivo e a Verga spettò l’allora enorme cifra di 143mila lire. I materiali esposti, provenienti dall’Archivio storico comunale, ripercorrono la biografia verghiana, rievocando tanto le atmosfere, le relazioni e le abitudini dello scrittore, quanto il contesto di un’epoca che vide, tra l’altro, lo sbarco dell’esercito borbonico nel 1848 e il dilagare di un’epidemia di colera nel ’54.
Completano il percorso articoli di giornale firmati dai più accreditati critici verghiani tra gli anni ’50 e ’70 dell’800 e la sezione «Cuore contento», che si richiama all’aforisma verghiano «Chi ha il cuore contento, canta sempre». Nata da un’idea di Davide Bramante, la sezione raccoglie opere di nove artisti d’oggi (Mauro Benetti, Bramante stesso, Giuseppe Bombaci, Anna Capolupo, Francesco Lauretta, l’iraniano Zanbagh Lotfi, Massimo Izzo, Milena Sgambato e l’argentina Melisa Vallejos). L’Accademia di Belle Arti di Catania ha curato allestimento della mostra e la grafica del catalogo.

Una veduta della mostra al Castello Ursino