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«Sun Tunnels» di Nancy Holt © l’artista

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«Sun Tunnels» di Nancy Holt © l’artista

Al Macba la più grande mostra europea di Nancy Holt

Pioniera dell’arte della percezione e compagna di Robert Smithson, l’artista è pressoché sconosciuta al di fuori dei confini americani

Il Macba-Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona inaugura oggi 13 luglio la più grande retrospettiva mai dedicata in Europa a Nancy Holt (Worcester, Massachusetts, 1938-New York, 2014). Artista inclassificabile, è stata pioniera dell’installazione site specific e della transdisciplinarietà tra arte e scienza, derivata dalla sua formazione come biologa, attraverso opere che dimostrano il suo interesse per la teoria dei sistemi, l’ecologia, la sociologia, la tecnologia e la percezione.

La mostra «Nancy Holt / Dentro Fuori», una coproduzione tra il museo barcellonese, il Bildmuseet dell’Università di Umea in Svezia e la Fondazione Holt/Smithson di Santa Fe in Nuovo Messico, riunisce una selezione di opere realizzate tra il 1966 e il 1992, tra cui film, video, fotografie, poesia concreta, opere sonore, sculture e installazioni di grandi dimensioni, oltre a disegni e documentazione dei progetti in dialogo con la natura, realizzati in spazi pubblici.
Sebbene negli Stati Uniti sia conosciuta soprattutto come un’artista legata alla Land art e all’Arte concettuale, Holt preferiva essere identificata come «un’artista della percezione», definizione che utilizzano anche Teresa Grandas, responsabile delle mostre del Macba, e Lisa Le Feuvre, direttrice della Holt/Smithson Foundation, cocuratrici della mostra e del libro che la accompagna, la sua prima monografia non in lingua inglese.

Considerando il corpus delle opere e la forza delle sue soluzioni sia formali sia concettuali, risulta incredibile che l’artista sia praticamente sconosciuta in Europa. Eppure fece parte del circolo degli artisti concettuali dell’epoca, che lavoravano con lo spazio costruito e con quello naturale come Ana Mendieta o Gordon Matta Clark. Per dieci anni fu anche la compagna di Robert Smithson (1938-73), uno degli interpreti più rilevanti della Land art, morto prematuramente in un incidente aereo a soli 35 anni mentre stava esplorando la location per l’opera «Yellow Ramp», un progetto postumo che terminò propria Nancy Holt in collaborazione con Richard Serra e Tony Shafrazi, l’artista iraniano che il 28 febbraio 1974 scrisse con spray rosso la frase Kill Lies All su «Guernica».

Fino alla sua morte nel 2014, Holt si occupò sempre dell’eredità artistica di Smithson, al quale la univa una spiccata affinità creativa: poco prima di morire creò la Holt/Smithson Foundation e durante tutta la vita fece in modo che l’opera del suo compagno non fosse dimenticata ma continuasse a essere esposta e a formar parte delle collezioni dei grandi musei. Risulta quindi sorprendente che la sua produzione artistica non godesse dello stesso riconoscimento. «Sono convinta che se Robert Smithson fosse vissuto, l’avrebbe appoggiata per lo meno quanto lei ha appoggiato lui. Nel 2018 la fondazione possedeva il 95% delle opere di Nancy Holt, questo significa che praticamente non era rappresenta nei musei, una lacuna che stiamo cercando di risanare» ha affermato Lisa Le Feuvre, nella presentazione della mostra visitabile fino al 7 gennaio 2024, ricordando che per Holt la Land art non rappresentava un rifiuto del museo, ma piuttosto un rifiuto dei suoi limiti e una forma di espansione dello spazio espositivo.

L’allestimento del Macba presenta cinque installazioni in più di quello svedese (che ha ospitato la mostra lo scorso anno), tra cui «Locator with Cracked Window», esposta per la prima volta dalla sua morte grazie alla felice coincidenza di un vetro rotto nel rosone dell’antica Cappella della Misericordia proprio davanti al Macba. «Holt ha lasciato istruzioni precise per l’installazione delle sue opere, che richiedono determinate condizioni. I visori che chiamava locator permettono di inquadrare con la vista porzioni di territorio e di focalizzare l’attenzione su aspetti concreti, nell’ambito delle sue costanti riflessioni sulla possibilità e l’impedimento» ha spiegato Teresa Grandas. La curatrice ha concluso sottolineando la presenza di opere iconiche come «Underscan», il video della casa della zia dell’artista che mette in relazione l’invecchiamento umano con il deterioramento architettonico, e le registrazioni delle sue visite guidate in un luogo naturale o costruito, come il tour della sua galleria, la John Weber Gallery a New York.

«Sun Tunnels» di Nancy Holt © l’artista

Roberta Bosco, 12 luglio 2023 | © Riproduzione riservata

Al Macba la più grande mostra europea di Nancy Holt | Roberta Bosco

Al Macba la più grande mostra europea di Nancy Holt | Roberta Bosco