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Giusi Diana
Leggi i suoi articoliIl sito ufficiale non è aggiornato da due anni, dai programmi per celebrare il centenario dalla nascita di Renato Guttuso (1911-87), nell’ambito della mostra «Renato Guttuso. L’uomo e l’arte. Pagine narrative dal Museo Guttuso». Poi da giugno dello stesso anno più nulla, nessuna mostra in programma, né altre attività previste a Villa Cattolica, la settecentesca dimora che ospita il museo. Intanto la storica direttrice Dora Favatella Lo Cascio va in pensione e viene nominata assessore alla Cultura del Comune dalla precedente Giunta, e nessuno è chiamato a sostituirla alla guida dell’istituzione culturale più importante della città. La storia del museo intitolato a Guttuso, la cui Arca funebre realizzata dall’amico Giacomo Manzù si trova nel giardino della Villa, nasce nel 1973 con una donazione alla sua città natale di opere che vanno dagli anni ’30 fino alla sua morte. Si tratta della più ampia raccolta di opere del pittore siciliano: dipinti, disegni, grafica e una ricca sezione documentaria. Subito dopo la morte nel 1987, la collezione viene integrata con 250 opere dal figlio adottivo Fabio Carapezza Guttuso, presidente degli Archivi Guttuso. Una grande mostra curata da Maurizio Calvesi «Dagli esordi al Gott mit Uns» celebra l’artista siciliano, subito dopo la morte, proprio a Villa Cattolica. Negli anni il museo si è arricchito di diverse sezioni tra cui quella fotografica e di cartellonistica cinematografica e quella etnoantropologica dedicata alla pittura dei carretti siciliani, esponendo le opere di artisti del ’900 tra cui Salvatore Scarpitta, Carla Accardi, Pippo Rizzo, Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Mario Schifano, Ferdinando Scianna, Mario Rutelli e Onofrio Tomaselli.
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