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Stella Ingino
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Con la mostra «SibilaRonzaScoppia! L’intonarumori e la serata futurista modenese del 1913», nel Museo Civico d’Arte sino all’8 gennaio, il Futurismo ritorna a Modena, città che pur essendo considerata «passatista» da Marinetti, ne segnò, all’origine del movimento, una tappa importante. Curata da Cristina Stefani, la rassegna racconta e approfondisce le dinamiche che portarono alla tumultuosa serata futurista del 2 giugno 1913 al Teatro Storchi, alla presenza di Filippo Tommaso Marinetti e di numerosi musicisti e pittori futuristi.
Davanti a un pubblico battagliero, con poltrone e palchi presidiati dall’intellighenzia modenese, da studenti universitari, professionisti, giornalisti e artisti come Giorgio Morandi, andò in scena un evento passato ben presto alla storia: la presentazione di Luigi Russolo dello «scoppiatore», il primo prototipo della serie dei celebri intonarumori, macchine musicali in grado di riprodurre la varietà dei suoni della natura e della vita moderna.
Il percorso illustra il Manifesto dell’Arte dei Rumori ed espone una serie di intonarumori ricostruiti da Pietro Verardo, dopo la completa distruzione durante la seconda guerra mondiale, utilizzando le indicazioni contenute nel brevetto depositato da Russolo l’11 gennaio 1914 all’Ufficio Brevetti di Milano. Il pubblico può così ammirare ululatori, ronzatori, scoppiatori, crepitatori, gorgogliatori, gracidatori, fruscitori-stropicciatori e rombatori connessi a una serie di postazioni interattive che riproducono i suoni originari. Accanto alle macchine musicali, documenti, incisioni, giornali d’epoca, rari volumi e fotografie tra cui «Salutando», eseguita nel 1911 da Anton Giulio Bragaglia.