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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliCon la mostra intitolata «Anger», Francesca Grilli (Bologna, 1978), che espone fino al 12 maggio da Umberto Di Marino, presenta un lavoro che si propone come un ulteriore sviluppo di una sua ricerca sul suono e sulla percezione. Partendo dal significato della parola inglese «anger» («rabbia»), l’autrice sperimenta la dimensione dell’universalità di quel sentimento e il suo significato nel mondo attuale.
La Grilli ha recuperato le sue sperimentazioni condotte in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica durante il suo periodo di residenza all’American Academy di Roma e traduce la rabbia in tecnica utilizzando la bile e l’inchiostro per lavorare le lastre da incisione. Immerse nell’acido, le matrici danno luogo a sculture che si presentano come superfici riflettenti in cui lo spettatore si specchia riconoscendo la propria immagine. Un’esperienza sonora è invece il «disco enigma» realizzato su un modello recuperato all’Istituto Centrale per i Beni sonori e audiovisivi, che, costruito per tracce concentriche, non consente al pubblico di scegliere il brano da ascoltare: appoggiando la puntina sul vinile, infatti, il suono fuoriesce contaminato dalle altre improvvise sperimentazioni sonore della mostra.
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