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Anna Costantini
Leggi i suoi articoliÈ la prima occasione italiana per vedere, in una personale, alcuni tra i principali lavori dell’artista svedese Johanna Billing: a cura di Ilaria Bonacossa, si apre infatti dal 13 aprile al 12 giugno al Museo d’arte contemporanea Villa Croce «Keeping Time», un itinerario costruito intorno a quattro lavori realizzati tra il 2001 e il 2015
«Non considero questa mostra una retrospettiva, spiega la Billing. Con la curatrice abbiamo riflettuto su video realizzati in date e luoghi diversi (Oslo, Roma, Iași in Romania e Pulheim in Germania) ma che insieme dicessero qualcosa sui temi su cui lavoro, come il pubblico e il privato, l’azione performativa e l’improvvisazione».
La Billing (1973) è considerata una videoartista, ma la sua formazione include un rapporto molto stretto con la danza e soprattutto con la musica, cui l’artista affida un ruolo determinante nella costruzione delle sue opere, intervenendo direttamente sugli arrangiamenti delle colonne sonore.
«I lavori che presento a Genova, continua l’artista, hanno a che fare in modo specifico anche con il tempo, il passare del tempo. Il titolo stesso della mostra, “Keeping Time”, è da intendere nel suo doppio significato di misurazione del tempo e di capacità di tenere il ritmo». Oltre ai video «Where She is at» (2001), «I’m Lost without your Rhythm» (2009), «I’m Gonna Live Anyhow until I Die» (2012), e «Pulheim Jam Session» (2015), a segnare le temporanee interruzioni di tempo e di spazio nel percorso espositivo, sono documentate tracce del processo di produzione dei lavori come una serie di poster realizzati appositamente per Genova o il vinile Lp dell’ultimo lavoro, «Pulheim Jam Session 2011-2014», inciso per l’occasione come catalogo della mostra.
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