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Servizi al pubblico a macchia di leopardo

Silvia Mazza

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Ci sono finalmente gli affidamenti dei «servizi al pubblico» nei siti culturali siciliani, a sei anni da quando furono pubblicate le gare e l’allora assessore ai Beni culturali Gaetano Armao annunciava, in anticipo anche rispetto al Mibact, «la più rilevante iniziativa di partenariato pubblico-privato nel settore dei beni culturali in Europa». Le aggiudicazioni in via provvisoria arrivarono nel gennaio 2012 (cfr. 327, gen. ’12, p. 8), ma poi il governatore Rosario Crocetta ha bloccato tutto, nelle ore calde dello scandalo Novamusa, concessionaria di gran parte dei siti culturali isolani, condannata nel 2014 dalla Corte dei Conti: le annullò in autotutela nel febbraio 2013, perché secondo lui viziate dall’assenza di una norma regionale sugli appalti, che poi, però, la Corte Costituzionale stabilì essere illegittima.

L’iter amministrativo è ripartito e da gennaio scorso le aggiudicazioni sono definitive. I nuovi gestori dovranno versare alla Regione il 29% degli incassi da biglietteria, il 70% per servizi integrati, il 30% per manifestazioni ed eventi, nonché 37.735 euro come canone concessorio. I siti dell’agrigentino vanno alla Prc Codess Coopcultura, che si è aggiudicata anche quelli de palermitano (Duomo di Monreale e il Castello della Zisa). I grandi siti archeologici di Segesta e Selinunte alla Munus.

A gestire biglietterie e bookshop dei principali siti del Siracusano e del Messinese, invece, sarà la società The Key, capofila di un raggruppamento composto da Civita Cultura e Mondadori Electa. Ma chi è The Key? Si tratta di una srl in liquidazione dal 2012 al 2015 e rimessa in bonis nel maggio 2015, subentrando all’originaria capofila Jumbo Grandi Eventi, travolta da vicende giudiziarie, e poi alla Eventi e Comunicazioni srl, a sua volta in fallimento. Di The Key è presidente Andrea Benedino, esponente del Pd piemontese. Come ricostruisce «L’Espresso» si tratta di società tutte coinvolte in vicende giudiziarie per l’Expo di Milano. Ma, nonostante la decisione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione di bloccare l’impegno all’Expo di The Key, la Regione Siciliana le ha comunque affidato i lotti a base di gara.

La geografia delle assegnazioni resta, comunque, scarna e a macchia di leopardo: restano fuori i siti dell’Ennese (al momento del bando non era ancora rientrata la Venere di Morgantina e la Villa romana del Casale era in restauro) e due siti di Catania e uno di Siracusa. Ci sono poi le gare andate deserte a Ragusa, Caltanissetta e per un lotto di Messina. A Palermo restano scoperti a sorpresa il Chiostro di San Giovanni degli Eremiti e persino Palazzo Abatellis. Insomma, la Sicilia riapre le porte a quegli stessi privati a cui il Mibact sembra restringere l’accesso (a gare in stallo) con la rinnovata Ales.

Silvia Mazza, 08 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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