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Romanticamente diversi

Le opere del paesaggista romantico Caspar David Friedrich (1774-1840) e del suo più giovane contemporaneo Johan Christian Dahl (1788-1857) sono spesso oggetto di confronto, per metterne in evidenza somiglianze e divergenze. Mentre Friedrich era nato a Greifswald, sulla costa del Mar Baltico, e Dahl nella città norvegese di Bergen, entrambi passarono la vita adulta a Dresda, capitale tedesca del ducato di Sassonia. Entrambi frequentarono l’Accademia di belle arti di Copenaghen e condivisero casa e studio per quasi vent’anni. Eppure tra loro esistono notevoli differenze. L’attività di Friedrich era già in fase discendente quando nel 1818 l’allora trentenne Dahl, all’apice della carriera, si trasferì a Dresda. Friedrich poteva contare sul sostegno e sul mecenatismo della famiglia reale di Prussia e sul timbro di approvazione di Johann Wolfgang von Goethe, ma a causa della sua condivisione delle idee borghesi, liberali e democratiche, l’artista cadde in disgrazia presso i suoi mecenati negli anni successivi al Congresso di Vienna del 1814-15. Era membro dell’Accademia di belle arti dal 1816, ma quando morì il professore titolare dei ritratti di paesaggi nel 1824, non fu lui a subentrargli ma, ironia della sorte, proprio Dahl.
La più grande differenza tra i due artisti è tuttavia nel diverso approccio al paesaggio: quello di Friedrich si potrebbe definire «paesaggio di significato», ovvero scene di natura che stimolano l’immaginazione o, attraverso forme quasi simboliche (celebre le sue «Rückenfiguren», figure viste di spalle), creano soggettivamente un mistero, o suggeriscono tendenze politiche (personaggi vestiti in costumi Altdeutsch testimoniavano le sue inclinazioni liberali e nazionaliste). Lo stile di Dahl è invece quello del «paesaggio di osservazione»: l’artista utilizzava la luce e il colore per trascrivere la natura nel modo più preciso e oggettivo possibile. Per essere sicuro della corrispondenza topografica, Dahl tornò quattro volte in Norvegia per disegnare schizzi sempre più dettagliati e completi che usò come base per i suoi dipinti una volta tornato a Dresda. Inoltre i paesaggi di Dahl erano concepiti, e forse anche visti, come espressione di ideali nazionalisti (anche se non così esplicitamente quanto Friedrich) e l’artista sostenne attivamente le questioni norvegesi, in particolare la tutela degli antichi monumenti e la fondazione della Galleria nazionale di arte norvegese. I due artisti esposero insieme finché, nel 1835, Friedrich interruppe l’attività. Dal 6 febbraio al 3 maggio al Dresden Albertinum, la mostra «Dahl e Friedrich: paesaggi romantici» li ricongiunge grazie alla collaborazione tra la Galerie Neue Meister di Dresda, il Kupferstich-Kabinett e il Museo nazionale di arte di Oslo, con il patronato della regina Sonja di Norvegia e di Daniel Schadt (nella foto, «Tomba unna nella neve» (1807) di Caspar David Friedrich).

Donald Lee, 17 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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Romanticamente diversi | Donald Lee

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