Mauro Lucentini
Leggi i suoi articoliUna mostra d’arte dotata di uno speciale significato si è aperta al Detroit Institute of Arts (Dia) dopo la felice conclusione dell’affannoso negoziato, durato venti mesi, per impedire che il contenuto del museo venisse messo forzosamente all’asta. La mostra, intitolata «Diego Rivera e Frida Kahlo a Detroit» (fino al 12 luglio) è interamente costituita da lavori realizzati dai due artisti messicani nel 1932 a Detroit espressamente per il Dia e a celebrazione dell’allora grande città industriale (nell’atrio del museo è il grande ciclo di affreschi sull’industria cittadina). È dunque un modo per proclamare che tra una città e il tesoro d’arte che si è venuto raccogliendo in suo nome attraverso gli anni c’è un legame che non può essere spezzato semplicemente da un ordine giudiziario. Sul finire dell’anno scorso, infatti, ha preso forma definitiva l’accordo per impedire che il Dia venisse coinvolto nel fallimento che la Città di Detroit aveva avviato due anni prima per riparare secondo la legge alla sua situazione d’insolvenza. Il punto più difficile era rappresentato dal fatto che, essendo il Dia di proprietà della Città, non poteva essere escluso dai suoi attivi di bilancio e andava perciò liquidato, insieme a tutte le sue opere d’arte, a parziale compensazione dei passivi. In quasi due anni di febbrili trattative con il giudice incaricato, il problema è stato infine risolto trasferendo il titolo di proprietà del museo dalla Città al museo stesso, che lo ha ricevuto in cambio di un suo impegno a pagare nel giro di venti anni un totale di cento milioni di dollari, da destinare, insieme ad altre centinaia di milioni provenienti da fondazioni benefiche, al consolidamento del fondo pensioni dei dipendenti della Città. Il tutto nel quadro di una delle più complessa trattative mai condotte in America per un fallimento cittadino, fallimento che, a sua volta, è il più gigantesco mai verificatosi in una città americana. Il beneplacito giudiziario finale, per la parte riguardante il Dia, è arrivato poco prima dell’apertura della mostra. Nella foto, «Henry Ford Hospital (The Flying Bed)», 1932, uno dei quadri in mostra, realizzato da Frida Kahlo mentre era con il marito Diego Drivera a Detroit e nel Ford Hospital dovette abortire.