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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliTrasferta cortinese, in piena stagione turistica, del «Bambin Gesù delle mani» di Pinturicchio, esposto dal primo dicembre al 31 gennaio al Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi. È in mostra, per la cura di Franco Ivan Nucciarelli, quanto rimane dell’opera scandalosa che raffigurava il Bambin Gesù tra un Madonna che aveva le fattezze di Giulia Farnese, l’amante di Alessandro VI Borgia, e un san Giuseppe con il volto dello stesso papa, dipinta come affresco su una sovrapporta degli alloggi del Vaticano, sia pure opportunamente occultata. Così scandalosa che la sua esistenza fu subito rimossa, nonostante la testimonianza precisa di Giorgio Vasari.
Databile intorno al 1492, è stato ritrovato dopo mezzo millennio, grazie alle ricerche dello storico dell’arte Giovanni Incisa della Rocchetta, che aveva potuto vederne una copia eseguita nel 1612 da Pietro Facchetti, su commissione del duca Francesco IV Gonzaga rivale della famiglie Farnese.
Ben presto il «Bambin Gesù delle mani», cosiddetto per le tre mani, di cui una maschile, che lo sorreggono, è diventato un’icona che ha fatto il giro del mondo a partire dal Guggenheim di New York. Grazie anche al supporto finanziario, a cominciare dal restauro, dell’azienda Listone Giordano, attiva nel promuovere eventi artistici.
Quello di Pinturicchio è un bambino benedicente, signore della terra come evidenziano il globo e l’aureola dorati, eppure presago della sua futura passione.
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