Ilaria Speri
Leggi i suoi articoliDalla necessità di ristabilire un contatto diretto con l’ambiente, tema del lavoro di molti autori della seconda metà del Novecento, prende forma la mostra «We Land», aperta fino al 15 gennaio presso The Lone T Art Space di via Senato.
Spaziando tra Land art, arte concettuale e ricerche fotografiche, la mostra è un elogio alla contemplazione della natura e un tentativo di rallentare i ritmi di una modernizzazione troppo frenetica, causa primaria della rovina dell’ambiente.
La terra, descritta in catalogo da padre Enzo Bianchi come «il luogo della vita che continuamente sboccia con alberi, fiori, erbe, foreste», da amare come se stessi, è il denominatore comune delle opere tra le quali i Cretti di Burri, i drammatici effetti della caccia al petrolio raccontati da Daniele De Lonti, le tracce nel deserto di Walter De Maria, le foreste di cenere di Frank Gohlke, le colline arate di Mario Giacomelli e gli alberi di Giuseppe Penone.
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