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Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliGrandi Navi da nascondere, finché si può. È una mostra «scomoda» per molti, a cominciare dal nuovo sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, quella del fotografo Gianni Berengo Gardin (classe 1930), in corso fino al 6 gennaio negli spazi del Negozio Olivetti in piazza San Marco progettati da Carlo Scarpa, messi a disposizione dal Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, che lo gestisce. Le trenta immagini realizzate da Berengo tra 2013 e 2014, con le gigantesche navi da crociera che «invadono» regolarmente il Bacino di San Marco, sovrapponendosi all’immagine della città e letteralmente sovrastandola, sono le stesse che il fotografo aveva esposto nell’estate di un anno fa, sempre per il Fai, a Villa Necchi Campiglio, a Milano. Proprio in quell’occasione Berengo Gardin, veneziano d’origine, che alla sua città ha già dedicato otto libri fotografici, aveva espresso tutta la sua amarezza per il muro di gomma alzato da diverse istituzioni cittadine alla sua forte volontà di esporre quelle fotografie a Venezia, in uno spazio pubblico, per denunciare anche in Laguna l’inquinamento visivo e ambientale che provocano. Troppo scottante il tema, in una città in cui, a tre anni e mezzo dal varo del decreto Clini-Passera che avrebbe dovuto estromettere le Grandi Navi dalla Laguna, tutto è ancora fermo. Ma proprio da quella denuncia qualcosa si era mosso. Qualche mese più tardi era stato il direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia Gabriella Belli a rendersi disponibile per ospitare la mostra anche a Venezia e lo stesso presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa aveva scritto a Berengo Gardin, dando la sua disponibilità ad allestirla alla Marittima, la «casa» delle navi da crociera che sbarcano a Venezia, sia pure «annacquandola» in mezzo a una settimana di dibattiti sul crocierismo. Infine la mostra era stata inserita nella stagione espositiva 2015 della Fondazione Musei e messa in calendario per il 18 settembre a Palazzo Ducale. Ma non si erano fatti i conti con Brugnaro, che, appena nominato sindaco, aveva subito annunciato la soluzione da adottare, per lui, per allontanare le Grandi Navi da San Marco, come tutti chiedono, tranne le compagnie che vogliono offrire il «belvedere» marciano ai propri crocieristi, almeno a parole. È stato bocciato dal Tar del Veneto il progetto dello scavo del canale Contorta-Sant’Angelo proposto dal Porto come via alternativa per le navi, giudicato da molti di eccessivo impatto a causa dei milioni di metri cubi di fanghi da scavare e l’allargamento del canale dei Petroli, necessario per far entrare in Laguna da quella via d’acqua sia le navi da crociera, sia le altre che accedono alla Marittima. E allora Brugnaro, d’intesa con Costa, propone subito la sua soluzione alternativa: far arrivare le grandi navi passeggeri in Marittima sempre dal canale dei Petroli, comunque da allargare, ma raggiungendola poi, con una curva, attraverso il canale delle Tresse e il canale Vittorio Emanuele, da scavare e allargare anch’essi. Un progetto per molti di altrettanto impatto (altri milioni di metri cubi di fanghi, tossici, da dragare), ma che ancora non c’è, e a cui il Porto, per conto del Comune, sta lavorando febbrilmente per presentarlo al Governo, mentre intanto c’è chi, come il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, suggerisce di risolvere il problema spostando lo scalo crocieristico da Venezia a Trieste.
Sul tavolo della Commissione di Valutazione d’impatto ambientale (Via) del Ministero dell’Ambiente, che deve esaminare i progetti alternativi, per ora infatti c’è solo l’«odiato» (da Brugnaro e Costa) progetto Venis Cruise 2.0, che prevede la realizzazione di un nuovo terminal crocieristico al Lido, di fronte alla bocca di porto e vicino al Mose, con i crocieristi poi sbarcati in Laguna con mezzi acquei più leggeri. Un progetto proposto dalla società genovese Duferco e dall’ex vicesindaco di Venezia e viceministro Cesare De Piccoli, ma che Brugnaro ha già «bocciato», anche in Consiglio comunale, dicendo che la città non ne vuole sapere. La mostra di Berengo Gardin sulle Grandi Navi prevista al Ducale si inserisce allora in questa dialettica scottante. E per questo Brugnaro, poche settimane prima della sua apertura, quando si rende conto del tema e delle sue conseguenze, la blocca, invitando Gabriella Belli e il presidente della Fondazione Musei Civici Walter Hartsarich a rinviarla. Il motivo? La necessità, secondo Brugnaro, di offrire anche altre «visioni» e prospettive sulle Grandi Navi, con la proposta di mostrare accanto alle foto di Berengo Gardin le tavole progettuali, appena saranno pronte, del «suo» progetto alternativo per il passaggio delle navi-crociera. Un modo per costringere, di fatto, Berengo a rinunciare alla mostra. E infatti, dopo un mese di finte trattative, con polemiche prese di posizione contro il diktat di Brugnaro, come quelle di Adriano Celentano ed Elton John, e di rinvii, che porteranno anche alle dimissioni del presidente della Fondazione Musei Hartsarich, il teorico garante del compromesso sull’esposizione, Berengo Gardin e la Fondazione Forma che lo rappresenta comunicano all’istituzione la rinuncia all’esposizione, per il mancato rispetto delle condizioni concordate. Ma la mostra, questa la clamorosa sorpresa, si fa lo stesso, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto, dall’altra parte di piazza San Marco. «Questa mostra, dichiara, è uno schiaffo al sindaco Luigi Brugnaro che, negandomi la possibilità di esporre le mie foto a Palazzo Ducale, si è dato la zappa sui piedi da solo. Se infatti l’esposizione fosse stata realizzata come previsto, magari l’avrebbero vista poche centinaia di persone. Così invece ne hanno parlato in tutto il mondo. In fondo, devo ringraziarlo, perché mi ha fatto una grande pubblicità...». «La mostra sulle Grandi Navi di Gianni Berengo Gardin a Palazzo Ducale, ribatterà Brugnaro in Consiglio comunale, era stata programmata da un’altra maggioranza con la Fondazione Musei Civici, immaginando che le cose andassero in un certo modo, per dare il colpo finale alla crocieristica in città. Poi sono arrivato io, che l’ho fermata, per avere il tempo di riflettere e si è sollevato tutto il mondo radical chic che pensa sempre a come sfruttare l’immagine di Venezia, compreso Berengo Gardin». Due modi opposti di vedere le cose. Ma intanto le Grandi Navi sono sempre lì, che scorrazzano nel Bacino di San Marco.
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