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Ai Weiwei, Beijing Photographs 1993-2003, The Forbidden City during the SARS Epidemic, 2003. Courtesy of Ai Weiwei Studio, Image courtesy Ai Weiwei, © Ai Weiwei

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Ai Weiwei, Beijing Photographs 1993-2003, The Forbidden City during the SARS Epidemic, 2003. Courtesy of Ai Weiwei Studio, Image courtesy Ai Weiwei, © Ai Weiwei

I diari di Ai Weiwei

Da Camera a Torino la produzione fotografica e video dell'artista cinese

Ilaria Speri

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Torino. Camera-Centro Italiano per la Fotografia presenta da oggi fino al 12 febbraio «Around Ai Weiwei: Photographs 1983-2016», progetto espositivo a cura di Davide Quadrio con You Mi dedicato all’artista cinese più famoso del mondo. Nato a Pechino nel 1957, protagonista dei movimenti d’avanguardia cinesi degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, prima con Stars, poi tra i fondatori della comunità di artisti dell’East Village di Pechino, Ai Weiwei si dedica a progetti di architettura e design dalla fine degli anni Novanta, tra cui la progettazione dello Stadio Nazionale di Pechino insieme agli architetti svizzeri Herzog & de Meuron.
Arrestato nel 2011 come dissidente, viene tenuto in isolamento per i tre mesi successivi. Attivista, curatore, artista, lmaker, Ai Weiwei deve la sua fama mondiale non soltanto alla sua ricerca artistica, ma al suo ruolo centrale nell’attuale dibattito culturale, sociale e politico attorno alla Cina, e ai suoi rapporti con l’Occidente.
La mostra dell’istituzione torinese, ponendosi in continuità con la grande retrospettiva dell’artista promossa da Fondazione Palazzo Strozzi, in corso fino al 22 gennaio, approfondisce «gli elementi documentari che circondano la vita dell’artista, in quanto testimonianze del suo affascinante viaggio come uomo, creatore e attivista», piuttosto che le sue opere e installazioni più celebri, spiega il curatore Davide Quadrio. Per farlo, la mostra pone al centro dell’attenzione la produzione fotografica e video di Ai Weiwei, a partire dall’autoritratto del 2003 «The Forbidden City during the Sars Epidemic» («La Città Proibita durante l’epidemia Sars»), emblematico dell’interesse dell’artista per l’autorappresentazione, scelto come immagine guida della mostra.

Il percorso espositivo si sviluppa con un andamento cronologico e tematico, dalle «New York Photographs 1983-1993» alle inedite «Beijing Photographs 1993-2003»,  fino all’anteprima di uno degli ultimi progetti di Ai Weiwei: iPhone Wallpaper, composto di oltre 17mila fotografie. Completano la mostra una selezione dei progetti editoriali di Ai Weiwei, tra cui spicca la serie Black Cover Book, White Cover Book e Grey Cover Book, le sue opere video, come «Chang’an Boulevard» e «Bejing: The Second Ring», fino a una rara videointervista condotta da Daria Menozzi, risalente al 1994. Contestualmente alla mostra, realizzata col sostegno di Compagnia di San Paolo e Lavazza, avrà luogo nella sede di via Delle Rosine 18 un ciclo di appuntamenti di approfondimento attorno alla gura iconica di Ai Weiwei, con interventi di storici ed esperti e la proiezione di documentari.

Partner istituzionali del centro Camera sono Intesa San Paolo, Eni e Magnum Photos.

Ai Weiwei, Beijing Photographs 1993-2003, The Forbidden City during the SARS Epidemic, 2003. Courtesy of Ai Weiwei Studio, Image courtesy Ai Weiwei, © Ai Weiwei

Ai Weiwei, New York Photographs 1983-1993, Profile of Duchamp, Sunflower Seeds, 1983

Ilaria Speri, 28 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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