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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliNel 1973 a Roma, Afro (Afro Basaldella, 1912-76), tenne una personale all’Editalia, introdotta da uno scritto critico di Cesare Brandi, che vi coglieva la sterzata geometrica data dall’artista fino ad allora alla sua pittura, e in quell’occasione estesa alla sua recente produzione grafica.
Fino al 29 luglio, l’Edieuropa, con la Fondazione Archivio Afro (Roma), propone di quest’ultima fase di Afro una ventina di pezzi, tra dipinti, arazzi e opere grafiche.
«Negli anni Settanta il pittore scopre la tecnica artigianale dell’arazzo, spiegano Marco Mattioli e Afro Graziani della Fondazione. Capogrossi lo invita a eseguire due esemplari per la Biblioteca Nazionale di Roma, così nasce la collaborazione con l’Arazzeria di Penne (Pescara), da cui escono opere di grande equilibrio formale e morbidezza cromatica».
Tra le opere esposte, la grande incisione «Rosso di sera» e l’arazzo «Il buon ritiro» a venti colori, dominato da una scala cromatica dal grigio al nero.
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