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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliIl 5 e il 6 aprile inaugurerà Gavin Brown, patron della newyorkese Gavin Brown’s Enterprise, con la partecipazione di personalità del mondo dell’arte. È probabile che non sia un caso l’avere scelto queste date di apertura, considerando che la galleria è nell’ex l’oratorio di Sant’Andrea dei Vascellari, una piccola chiesa sconsacrata in una zona autentica di Trastevere, dove i lavori di ristrutturazione e di restauro sono andati avanti fino all’ultimo. La struttura povera del vecchio oratorio, con le due colonne interne che segnano l’accesso all’ambiente raccolto e una traccia della zona sacra dell’altare, è stata lasciata. La direzione della galleria sarà quasi certamente affidata alla romana Giulia Ruberti, che in precedenza ha lavorato nella sede parigina della Gagosian Gallery come private collection manager.
Questo spazio è un desiderio coltivato per molti anni dal gallerista, che ama lavorare con modalità non allineate al sistema dell’arte contemporanea (iniziò nel 1993 affittando una stanza al Chelsea Hotel, per mostrare opere dell’allora sconosciuta Elizabeth Peyton, avviando così «mostre di guerriglia», che obbligano collezionisti e pubblico a seguirlo in luoghi improbabili). Brown ha dichiarato ad «Artnews» (19 marzo 2015): «Per quanto io adori Roma, non avrei aperto una galleria qui se non in questo spazio», aggiungendo che «Non è che avessi intenzione di aprire uno spazio in Europa. Avevo intenzione di aprire questo spazio in questo edificio». Quando, tra il 2003 e il 2005, Brown con Franco Noero di Torino e Toby Webster di Glasgow aveva aperto la galleria Roma Roma Roma nella stessa zona di Trastevere, spesso andava in un ristorante da dove poteva vedere l’ex oratorio dall’aria decadente, che ai suoi occhi appariva «sempre l'edificio più evocativo e magnetico, così semplice e raccolto e ovviamente vuoto». L’anno scorso finalmente ha firmato un contratto di locazione con il proprietario.
L’opening dovrebbe vedere l’intervento di un artista che ha seguito Gavin Brown fin dai primi anni Novanta, il thailandese Rirkrit Tiravanija, legato a pratiche performative e partecipative rispetto al pubblico; noto soprattutto per l’uso del cucinare e consumare assieme il cibo thai o ibridi culinari. Ogni sua opera si trasforma in una sorta di laboratorio in cui i confini tra spazio istituzionale e privato si annullano, e il centro d’interesse diventano le relazioni umane e lo scambio culturale. Nel 1997 intervenne con una simile performance al MoMA di New York e nel 1999 presentò una replica a grandezza naturale del suo appartamento nella casa di Gavin Brown, aperta ventiquattro ore al giorno.

L'ex oratorio di Sant'Andrea dei Vascellari a Trastevere, sede della galleria di Gavin Brown
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