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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliVenezia. «La prima volta che venni a Venezia rimasi affascinato dalla sua frammentazione… Mi ci volle un po’ per capire che stavo vedendo la città con l’occhio dell’artista musivo, di colui che crea un tutto sommando vari pezzi».
Artista musivo: così Vik Muniz definisce se stesso. Una seconda componente è il bagliore della luce del tramonto, quello che dà il titolo alla mostra «Afterglow: Pictures of Ruins», aperta dal 21 aprile e fino al 15 novembre alla galleria di Palazzo Cini a San Vio. Infine il tema delle rovine, così legato ai capricci dei vedutisti veneziani e non.
Un evento dalla lunga genesi, costruito sull’intenso scambio tra l’artista e il curatore, Luca Massimo Barbero, e sul confronto con la collezione di arte antica al primo piano del palazzo. Ne è una riprova il rombo che reinterpreta, nello stesso formato, l’allegoria (in realtà una rissa) del pittore ferrarese Dossi Dossi, potenziando al massimo il dettaglio del bicchiere rovesciato che nella performance di Muniz diventa un prezioso vetro di Murano frantumato sul pavimento.
Le opere di Muniz richiedono un doppio sguardo. Da lontano rivelano una capacità di sintesi in grado di dare una cornice compatta ai vari elementi costitutivi dei suoi collage, interpretazione moderna del fare musivo. A una distanza ravvicinata si presentano come un coacervo di dettagli, quasi un barocco horror vacui, zeppo di citazioni di opere di artisti. Si riconoscono Picasso, Magritte, Frida Kahlo, Raffaello, ma anche artisti senesi dei Medio Evo e maestri del Seicento europeo, insieme a oggetti comuni, quelli che si ritrovano nei rifiuti, il risvolto negativo delle società opulente. In ultimo la serie delle otto incisioni ispirate alle carceri di Piranesi (2002): altro esempio, sottolinea Pasquale Gagliardi, segretario generale della Fondazione Cini, di come le collezioni di arte antica di questa istituzione siano continua fonte di ispirazione per i contemporanei.
Poche opere, fotografie digitali di grande formato e una scultura in vetro, tutte inedite per l’occasione. La mostra è realizzata in collaborazione con Ben Brown Fine Arts e il contributo di Assicurazioni Generali, main partner della casa-museo. Catalogo Marsilio.

L'installazione in vetro di Vik Muniz. Courtesy Berengo Studio. Photo credit Francesco Allegretto

Pasquale Gagliardi e Luca Massimo Barbero a Palazzo Cini

Vik Muniz, «Fantasy Landscape with Ruins and Figures, after Canaletto», Afterglow 2017, © Vik Muniz (2017). Per gentile concessione di Ben Brown Fine Arts, Londra
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