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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliVenezia. Restaurare le opere, esporle in mostra e poi ricollocarle nel loro luogo d’origine: è questa la filosofia di Venetian Heritage, diretta da Toto Bergamo Rossi. La riprova si ha anche in occasione del restauro, presentato oggi alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, di due tele di Paolo Veronese «San Girolamo nel deserto» e «Sant’Agata in prigione visitata da san Pietro».
Le due tele furono commissionate all’artista nel 1566 da Francesco degli Alberi, confessore nel convento di Santa Maria degli Angeli in Murano e collocate in una cappella privata a lato della chiesa; trasferite nel 1667 all’interno della chiesa, furono dotate per l’occasione delle ricche cornici dorate. In epoca napoleonica la chiesa fu sconsacrata e le due tele spostate nella vicina chiesa di San Pietro Martire.
I numerosi strati di vernice sovrapposti nel tempo le avevano completamente oscurate, annullandone la ricca cromia che ora, anche grazie al supporto finanziario di Bulgari, è stata recuperata. Le tele saranno esposte a Venezia a partire dall’11 maggio alle Gallerie dell’Accademia e successivamente, dal 24 ottobre, alla Frick Collection di New York, come ha annunciato il capo curatore Xavier F. Salomon. Bulgari si farà carico anche delle spese di trasporto e del catalogo bilingue, edito da Marsilio.
Nei primi mesi del 2018, infine, i due dipinti ritorneranno a San Pietro Martire: magari, ha auspicato il delegato patriarcale per i Beni culturali don Gianmatteo Caputo, a una altezza più ravvicinata rispetto a quella precedente che li rendeva, di fatto, quasi invisibili.

Il «San Girolamo nel deserto» di Paolo Veronese

La «Sant’Agata in prigione visitata da san Pietro» di Paolo Veronese
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