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Segretariato
Leggi i suoi articoliFra i tanti primati che detiene il nostro Paese vi è quello di essere la Nazione al mondo con il più alto numero di siti, ben 61, iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO: monumenti, centri storici, parchi archeologici e naturali, luoghi ai quali viene riconosciuto di essere uniche ed eccezionali testimonianze del percorso dell’essere umano sulla Terra. Questo primato è certamente un motivo di vanto ma rappresenta allo stesso tempo un richiamo a un senso di responsabilità collettiva fondamentale per poter gestire e valorizzare al meglio questi luoghi.
È all’interno di questa mission che si inserisce il progetto realizzato dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale che in dieci mesi ha organizzato cinque incontri, coinvolgendo oltre 320 referenti istituzionali e tecnici appartenenti al mondo del Patrimonio Culturale e delle designazioni UNESCO.
Il progetto, dal titolo «Incontri e Territori. Designazioni UNESCO a confronto», è stato realizzato grazie ai finanziamenti del Ministero della Cultura che attraverso la Legge 20 febbraio 2006 n. 77 ogni anno supporta attività e iniziative volte alla tutela, conservazione e valorizzazione dei beni italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
L’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale
L’Associazione BIPM è una realtà che da oltre 20 anni riunisce più di 50 Enti responsabili della gestione dei Beni italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, con lo scopo di promuovere progetti e iniziative per valorizzare i siti e accrescere la consapevolezza e la sensibilità nei confronti dell’immenso Patrimonio Culturale e Naturale che è nostra responsabilità tutelare e tramandare.
L’educazione al Patrimonio Mondiale è tra gli obiettivi primari, alla base di uno dei progetti curati dall’Associazione BIPM: il portale dedicato alla didattica (www.patrimonionellascuola.it) rivolto a studenti e insegnanti che, raccontando i siti italiani riconosciuti dall’UNESCO, porta all’interno dei programmi scolastici i valori e le peculiarità del nostro Patrimonio.
Con uno sguardo ancora più ampio, l’Associazione ha tra i suoi obiettivi anche lo sviluppo di una rete di cooperazione tra le diverse realtà nazionali e internazionali che operano nel campo del Patrimonio, per promuovere lo scambio di best practice e la condivisione di capacità e progetti in grado di incidere realmente sulla percezione del valore del Patrimonio Mondiale fra i cittadini.
L’Associazione BIPM è membro, insieme a oltre dieci nazioni europee, della Rete Europea delle Associazioni del Patrimonio Mondiale, un’unione che si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul Patrimonio Mondiale europeo, promuoverne la protezione e la conservazione e discutere questioni e argomenti comuni con un approccio aperto e trasparente.
Una veduta di Urbino con al centro Palazzo Ducale
La protezione del patrimonio mondiale: un impegno collettivo
La protezione del Patrimonio Mondiale è, infatti, un impegno collettivo per il futuro che parte dal documento del Comitato del patrimonio Mondiale 10A «Report on the results of the Third Cycle of the Periodic reporting exercise in Europe and North America (WHC/24/46.COM/10A)». In particolare, il punto 6 presenta il Draft Action Plan for Europe and North America e delinea quattro principi guida per l’attuazione del Piano d’Azione regionale. Tra questi il quarto principio, «la protezione dei beni del Patrimonio Mondiale richiede un’azione collettiva», si rivela particolarmente utile per coinvolgere la classe politica su un’agenda che vedrà tutti direttamente coinvolti: quella dell’«Action Plan for Europe». Questo piano d’azione si rivolge a tutti i livelli di governo responsabili dell’attuazione della Convenzione sul Patrimonio Mondiale, comprese le autorità nazionali, regionali e locali.
Questa pluralità di voci e di livelli è il target al quale ci si è voluti rivolgere per il progetto «Incontri e Territori. Designazioni UNESCO a confronto»: amministratori locali e regionali, site manager, Università, associazioni, rappresentanti delle principali istituzioni hanno potuto confrontarsi tra di loro e con i referenti dei maggiori enti nazionali e internazionali in ambito di Patrimonio Mondiale. Proprio a partire dalle principali istituzioni nazionali e internazionali è stato formato il gruppo di lavoro che, con un prestigioso supporto scientifico e sotto la guida del Coordinatore Scientifico dell’Associazione BIPM, Carlo Francini, ha garantito grande valenza al progetto: Luisa De Marco (ICOMOS), Carlo Ossola (IUCN), Nicole Franceschini (ICCROM), Matteo Rosati (UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe), Enrico Vicenti (Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO), Adele Cesi (Ministero della Cultura) e la stessa Associazione BIPM con alcuni dei referenti del Comitato Scientifico, Katia Basili, Claudio Cecchinelli e Mara Nemela.
Confronti, temi e raccomandazioni
I temi al centro degli incontri hanno evidenziato una serie di priorità e raccomandazioni: la necessità che tutela e valorizzazione del patrimonio si traducano in atti concreti e vedano la collaborazione tra politica, tecnici ed esperti in una governance coordinata e multilivello per far fronte a sfide quali i cambiamenti climatici, le guerre, le nuove frontiere del turismo di massa; così come l’importanza della formazione e del capacity building non solo a livello normativo, ma di competenze solide e diffuse e in costante aggiornamento. Infine, l’opportunità strategica di creare sinergie tra diverse designazioni UNESCO.
Le Tre Cime di Lavaredo, parte delle Dolomiti. Photo: Georg Tappeiner
Un sistema di gestione condiviso
Il Piano, o un sistema di Gestione, che assicuri la protezione e la valorizzazione dei siti, ha come scopo quello di individuare strategie e azioni necessarie per preservare l'Eccezionale Valore Universale di un bene, definire obiettivi, programmare attività, stabilire risorse e creare un sistema di monitoraggio per valutarne l’andamento. Si tratta di uno strumento di governance concreto e partecipato, che deve necessariamente coinvolgere enti locali, privati e stakeholder e integrarsi con i piani urbanistici, le politiche e regolamentazioni dei territori e lo sviluppo sostenibile per garantire la conservazione e la fruizione del sito nel lungo periodo.
La valutazione d’impatto patrimoniale (Heritage Impact Assessment HIA) valuta gli effetti potenziali di progetti o piani su un sito del Patrimonio Mondiale per tutelarne l’Eccezionale Valore Universale, e deve essere integrata nei processi decisionali ordinari.
L’Enhancing Our Heritage Toolkit 2.0 fornisce metodi per valutare l’efficacia delle azioni di gestione di un sito e per sviluppare strategie di conservazione e valorizzazione condivise a livello nazionale e internazionale
Quest’ultimo strumento sarà da ora disponibile anche in lingua italiana, grazie al lavoro di traduzione portato avanti dall’Associazione BIPM, dal Ministero della Cultura e da ICCROM, e potrà essere consultato e scaricato sia dal sito del World Heritage Centre sia da quello dell’Associazione stessa (www.patrimoniomondiale.it).
Quale futuro per il patrimonio mondiale?
Il ciclo di appuntamenti promosso dall’Associazione BIPM ha fatto emergere con chiarezza la complessità, ma anche le potenzialità del sistema UNESCO in Italia.
Alcune azioni sono prioritarie e includono: l’istituzione di tavoli di coordinamento permanenti tra site manager, i Ministeri e le amministrazioni locali e regionali; la creazione di percorsi formativi mirati per amministratori e tecnici e di un elenco nazionale di esperti HIA per garantire qualità, indipendenza e supporto alle amministrazioni; lo sviluppo di reti e sinergie tra designazioni UNESCO per moltiplicare le opportunità sui territori; la volontà di accrescere a più livelli e con diversi linguaggi la consapevolezza e la conoscenza del valore del Patrimonio Mondiale per poter affrontare in modo partecipato le sfide e le pressioni che gravano sui siti. Il futuro del Patrimonio Mondiale si costruisce solo attraverso la collaborazione tra livelli locali, nazionali e internazionali, in un’ottica di governance partecipata, integrando la tutela dell’Eccezionale Valore Universale in tutte le politiche territoriali e settoriali, trasformando la gestione in un processo collettivo, creando sinergie tra diverse designazioni UNESCO. È prioritario garantire che i siti non siano soltanto riconoscimenti prestigiosi, ma veri motori di sviluppo sostenibile e inclusivo. Per questo motivo essere UNESCO significa trasformare un riconoscimento in una responsabilità condivisa e un impegno da tramandare alle future generazioni.
Una veduta dei portici di piazza Cavour a Bologna