Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Susanna Paparatti
Leggi i suoi articoliDal 26 settembre al 24 gennaio la Reggia di Venaria ospita la mostra «Raffaello. Il sole della arti», con la quale i curatori Gabriele Barucca, della Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio delle Marche, e Sylvia Ferino, già direttore della Pinacoteca del Kunsthistorishes Museum di Vienna, intendono far conoscere e comprendere l’opera di Raffaello attraverso le molteplici influenze che il suo genio esercitò sulle cosiddette arti applicate: arazzi, stampe, maioliche, monili, vetri, smalti e persino armature.
Un percorso nel quale immancabile è la formazione del maestro, mediante le opere di alcune figure determinanti come il padre Giovanni Santi, presente con le «Muse» giunte da Palazzo Corsini di Firenze, Luca Della Robbia («Madonna della mela» dal Museo del Bargello di Firenze), Perugino («Santa Maria Maddalena» da Palazzo Pitti), Pinturicchio e Luca Signorelli. La rassegna, divisa in sezioni tematiche che spaziano dai ritratti ai gioielli, dalle logge alle «Madonne con Bambino», dalle grottesche ai temi religiosi, vuole sdoganare le arti congeneri dal ruolo secondario nel quale sovente sono relegate.
«È un caso singolare della cultura italiana quello di considerarle tali, spiega Gabriele Barucca. In realtà Raffaello, come altri maestri, era abituato a lavorare in ambiti diversi egualmente importanti, basti pensare ai cartoni preparatori di celebri arazzi». In tema di arazzi, fra le oltre 130 opere esposte, giunte da istituzioni pubbliche e private italiane ed estere, se ne trovano alcuni dedicati al tema della «Pesca miracolosa», come quello realizzato nella bottega di Peter van Aelst conservato ai Musei Vaticani e l’esemplare proveniente dal Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, restaurato per l’occasione dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
Tra le opere di Raffaello presenti in mostra si ricordano «La muta» dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, la «Visione di Ezechiele» dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti e il «Ritratto di Elisabetta Gonzaga» dagli Uffizi di Firenze.