«I calzolari» (1927; particolare) di Tullio Silvestri, appartenuto a Italo Svevo e ora di proprietà della Fondazione CRTrieste

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«I calzolari» (1927; particolare) di Tullio Silvestri, appartenuto a Italo Svevo e ora di proprietà della Fondazione CRTrieste

Tullio Silvestri tra arte e letteratura

In due sedi, a Trieste e Zoppola, l’attività del ritrattista e illustratore che piaceva a Joyce e a Svevo

A sessant’anni dalla scomparsa la mostra «Tullio Silvestri artista d’Europa fra Trieste e il Friuli» illustra l’attività dell’artista di origini veneziane (Venezia, 1880-Trieste, 1963) con un approfondimento articolato in due sedi espositive tra Trieste e Zoppola (Pn), tra la città adriatica proiettata in una dimensione internazionale, dove l’artista a lungo visse dal 1906, e la campagna pordenonese che amava per la dimensione contadina e scelse come luogo di ritiro.

Questi due poli territoriali rispecchiano significativamente nei contenuti diversi aspetti tematici, peculiari della sua attività, trattati nelle due mostre: «Dalla Venezia Giulia a Zoppola» nella Galleria Civica d’Arte «Celso e Giovanni Costantini» di Castions di Zoppola (7 ottobre-7 gennaio 2024) e «Dalla Venezia Giulia alle Biennali» nell’Istituto Regionale per la Cultura istriano-fiumano-dalmata di Trieste (6 ottobre-3 dicembre).

Da un lato la vitalità artistica e letteraria di Trieste fino all’esodo dei profughi dalle terre di Istria e Dalmazia con un allestimento che mostra la sua attività di ritrattista (James Joyce e la moglie Nora ne furono oggetto proprio a Trieste, anche se il dipinto ora in America non è esposto), di illustratore (lavorò per Modiano e per il Lloyd Triestino), le partecipazioni alle Biennali di Venezia, i suoi dipinti sulle genti in fuga dal regime di Tito dopo il 1945.

Dall’altro lato, a Zoppola, si trovano i suoi autoritratti, l’attenzione al mondo degli umili, la sua visione della religiosità molto legata al popolo, il lavoro delle persone meno abbienti e i loro divertimenti come i balli e le feste paesane (Silvestri amava tra l’altro la pittura di Max Liebermann). Tra i dipinti esposti nelle due mostre ci sono il ritratto del bibliotecario Giuseppe Mayländer, legato al circolo letterario di Joyce, Saba, Svevo, il dipinto «I calzolari» del 1927, appartenuto proprio a Svevo (oggi della Fondazione Crt) e una serie di paralleli e confronti con diversi protagonisti della pittura coeva, locale e non: da quello con «Il seminatore» di Marcello Mascherini presentato nella versione in pietra d’Aurisina al quadro «Una festa a Burano» (1905) di Jehudo Epstein, di proprietà della Reve Art Gallery.

In tutto sono esposte circa 130 opere, 70 a Zoppola, 60 a Trieste. Mostra e catalogo sono a cura di Stefano Aloisi, Elisabetta Borean ed Enrico Lucchese.

«I calzolari» (1927; particolare) di Tullio Silvestri, appartenuto a Italo Svevo e ora di proprietà della Fondazione CRTrieste

Melania Lunazzi, 04 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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Tullio Silvestri tra arte e letteratura | Melania Lunazzi

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