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Tognina, la signora barbuta a più di dieci volte la stima

Un suo ritratto eseguito da Lavinia Fontana è passato all’asta in un comune nella Valle della Loira: al nuovo proprietario è costato 1,5 milioni, diritti compresi

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Simone Facchinetti

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Quest’opera era stata scelta come immagine di copertina dello scorso numero di «Il Giornale dell’Arte» per il settore di Economia, senza dare alcuna spiegazione. Aveva tutta l’aria di essere il classico «sleeper», un dipinto dimenticato e improvvisamente tornato alla luce che avrebbe fatto parlare di sé. È l’effigie di Antonietta Gonsalvus, dipinta da Lavinia Fontana, messa all’asta lo scorso 4 giugno da Rouillac presso il Castello d’Artigny a Montbazon. La stima di 80-120mila euro è stata largamente superata e il martello si è fermato a 1,25 milioni di euro (con i diritti l’opera è costata oltre 1,5 milioni di euro).

Del quadro si conosceva una versione meno bella conservata nel Castello di Blois, oltre a un disegno, sempre di Lavinia e con lo stesso soggetto, alla Pierpont Morgan Library a New York. Antonietta, o Tognina, aveva ereditato l’ipertricosi (una patologia che aumenta in modo anormale la pelosità del corpo) dal padre Pietro, nato a Tenerife nel 1537 e cresciuto alla corte di Enrico II di Francia. Dopo la morte di Caterina de’ Medici la famiglia Gonsalvus aveva perduto gli antichi protettori e si era trovata costretta a peregrinare in Italia, fino a quando è entrata nell’orbita di Ranuccio Farnese, duca di Parma.

Tognina è stata offerta a Isabella Pallavicina, marchesa di Soragna. Questa breve storia è raccontata per sommi capi nella lettera che la bambina tiene stretta tra le mani nel dipinto che la ritrae. Nel 1594 Tognina era stata esaminata dal celebre medico bolognese Ulisse Aldrovandi, il quale ne scriverà nella «Monstrorum historia». Qualche anno prima Lavinia Fontana l’aveva immortalata sulla tela, oggi come allora salita alla ribalta.
 

Simone Facchinetti, 10 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

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