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Silvia Mazza
Leggi i suoi articoliSi conclude tra aprile e maggio l’intervento di restauro e di ripristino (iniziato nel marzo 2011) del palazzo che diede i natali a (e in cui visse) Giuseppe Tomasi di Lampedusa. L’edificio, con impianto cinquecentesco ammodernato alla fine del ’700 dalla famiglia dell’autore de «Il Gattopardo» (la cui genesi risale proprio alla distruzione di Palazzo Lampedusa), sventrato nel ’43, «occupato» poi per un decennio da una fabbrica di mattoni, quindi in stato di abbandono per sessant’anni, è stato recuperato dallo Studio palermitano PL5 senza alcun contributo pubblico ma interamente con fondi privati (10,5 milioni di euro), grazie a 35 cittadini che vi andranno ad abitare. Il progetto, dunque, si è proposto di restaurare l’ala meridionale, di cui era rimasto il 70%, dove viveva lo scrittore con i genitori, e ripristinare l’ala settentrionale quasi interamente distrutta, dove vivevano i nonni. Per «riconfigurare» il palazzo i progettisti si sono avvalsi dei «Ricordi d’infanzia» (1961), in cui lo scrittore fornisce una descrizione minuziosa, stanza per stanza, facendo anche degli schizzi dell’impianto planimetrico del piano terra.
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