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Pietro Fabris, Napoli, veduta di Mergellina e del Palazzo Donn'Anna sullo sfondo, con pescatori che tirano a riva il pescato, contadini che arrostiscono il pesce e altre figure intente a conversare

Sotheby’s

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Pietro Fabris, Napoli, veduta di Mergellina e del Palazzo Donn'Anna sullo sfondo, con pescatori che tirano a riva il pescato, contadini che arrostiscono il pesce e altre figure intente a conversare

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Sotheby’s, il viaggio nel collezionismo italiano vale 4 milioni di euro

«An Italian Collecting Journey», l’asta serale che la maison ha tenuto a Milano il 25 settembre, ha venduto il 94% dei lotti venduti, di cui il 64% oltre la stima massima

Ludovica Zecchini

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L’arte italiana traccia le sue rotte, nella storia e sul mercato. Un racconto racchiuso in An Italian Collecting Journey, l’asta serale che Sotheby’s ha tenuto a Milano il 25 settembre, dedicata a quattro secoli di pittura e arti decorative italiane. Più che una vendita, un viaggio visivo articolato, in cui opere e oggetti hanno saputo tracciare una mappa affettiva del gusto italiano, tra vedute, allegorie, capricci e trompe-l’œil. Il risultato? Oltre 4 milioni di euro di aggiudicazioni, con il 94% dei lotti venduti, di cui il 64% oltre la stima massima, con una media di tre offerenti per lotto e il 16% di nuovi acquirenti per la casa d’aste.

Il top lot? Una veduta di Giovanni Battista Cimaroli con Piazza San Marco, che ha raggiunto i 178 mila euro, oltre il doppio della stima massima. Alla stessa cifra è stata aggiudicata la veduta di Pietro Fabris, Mergellina e il Palazzo Donn’Anna, mentre le nature morte di Carlo Magini hanno sfiorato i 165 mila euro, quasi triplicando la base. Un Cesto d’uva della cerchia di Caravaggio ha superato i 139 mila euro; il vedutismo settecentesco del Lyon Master ha trovato nuovi estimatori; il paesaggio vesuviano di Giovan Battista Lusieri ha superato i 100 mila euro.

Attribuito a Giovanni Bonazza, Coppia di figure pagoda in marmo scolpito, Italia, Veneto, 1700 circa

Italia, Firenze, 1500 circa, Bottega di Andrea Della Robbia (1435 - 1525), Stemma della famiglia Pitti, terracotta invetriata

Eppure, i risultati più sorprendenti sono arrivati dalle arti decorative, dove un set di quattro poltrone genovesi ha toccato quasi 70 mila euro (contro una stima massima di 15 mila); un gruppo in porcellana Capodimonte dedicato alla Commedia dell’Arte è stato venduto a 63 mila euro; una coppa trapanese in corallo e rame dorato ha quintuplicato la stima, aggiudicata per quasi 28 mila euro. Segno che anche i segmenti più specialistici, se proposti con coerenza e visione, possono trovare interlocutori informati e motivati.

«Il collezionismo può trasformarsi in un autentico viaggio nel tempo e nello spazio – un dialogo ininterrotto tra epoche e stili che continua a emozionare e a coinvolgere», ha dichiarato Francesco Morroni, Senior Director di Sotheby’s Italia, sottolineando come il cuore di questo successo non stia tanto nei record, quanto nella risonanza emotiva e culturale della raccolta.

Questo successo arriva in un momento significativo per Sotheby’s Italia, che ha chiuso il primo semestre del 2025 con un fatturato complessivo di 11,4 milioni di euro, confermando la solidità di un mercato in transizione. Meno guidato dalla speculazione, più attento alla provenienza, alla qualità, alla narrazione. Ma la vera notizia, in fondo, è un’altra. An Italian Collecting Journey ha dimostrato che è ancora possibile costruire una collezione “alla vecchia maniera”: con competenza, pazienza, sensibilità. Una raccolta che non punti al colpo a effetto ma alla profondità del dialogo, dove ogni oggetto è parte di un disegno più ampio. In un’epoca di velocità e frammentazione, questa visione — sobria, intima, culturale — è forse il messaggio più forte che il mercato dell’arte contemporanea può dare.

Ludovica Zecchini, 26 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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