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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliÈ una rivisitazione degli sviluppi del paesaggio ottocentesco romano quella che propone Gianluca Berardi, fino al 14 gennaio, attraverso una ventina di opere di maestri italiani e stranieri.
«Nella prima metà del secolo a Roma sono messi a punto i principi del paesaggio-architettura, che si struttura sui prototipi seicenteschi di Lorrain; un bell’esempio in mostra è la “Veduta di Roma da Monte Mario” di Johann Jakob Frey. L’olio su carta di Ippolito Caffi, “Interno del Colosseo con fuochi di bengala”, testimonia invece degli sforzi di verosimiglianza della corrente realista, che spinge a fissare le sensazioni derivate dallo studio en plein air».
Berardi è poi particolarmente orgoglioso di poter esporre «I popolani nella pineta di Ostia Antica» dell’inglese George Hemming Mason, dipinto che Nino Costa commenta nei suoi scritti. Il pittore inglese e l’artista romano strinsero un sodalizio che sfociò nella fondazione nel 1883 della Scuola Etrusca.
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