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Robert Francis Prevost eletto Papa Leone XIV

Diventa il leader spirituale di 1,3 miliardi di cattolici e il 267mo pontefice e vescovo di Roma, il primo degli Stati Uniti. Si inserisce in un solco di papi mecenati, interessati all’arte o impegnati in opere di restituzione. Le sue prime parole sono per la pace

69 anni, nato a Chicago (il 14 settembre 1955), agostiniano, con un lungo passato da missionario in Perù, ha origini italiane, francesi e spagnole e doppia cittadinanza (statunitense e peruviana). Nei prossimi giorni, il nuovo pontefice officerà la solenne cerimonia durante la quale riceverà i simboli papali: dall’imposizione del pallio alla consegna dell’anello piscatorio. Attraverso il suo ufficio diventa inoltre proprietario fiduciario dei grandi tesori artistici e architettonici della Città del Vaticano, oltre che una delle massime autorità morali, un diplomatico globale e una voce per la giustizia sociale in linea con gli insegnamenti della Chiesa cattolica e la ricerca della pace, cui ha dedicato le sue prime parole. Le sue azioni saranno analizzate per come si allineano o differiscono da quelle dei suoi predecessori, sia in materia politica, sociale, dottrinale che liturgica. Ciò avverrà in particolare con riferimento a Giovanni Paolo II (Papa dal 1978 al 2005) e Benedetto XVI (dal 2005 al 2013) e Francesco (dal 2013 al 2025), primo Papa proveniente dalle Americhe e primo del sud del mondo.
Gli esempi dei recenti pontificati indicano che la carica di Papa conferisce la statura e le basi tradizionali per essere un leader influente in diversi ambiti, anche in quello della storia dell’arte e del cambiamento climatico, indicando linee di particolare interesse per le organizzazioni della cultura e dell’arte. Il nuovo Papa assume la responsabilità ultima non solo dei Musei e della Biblioteca Vaticani, con i loro fondi che coprono due millenni di Cristianesimo, ma anche di tutto il patrimonio architettonico dello Stato del Vaticano, nel cuore di Roma. Oltre alla rinascimentale Basilica di San Pietro, di particolare importanza religiosa e architettonica, il patrimonio edilizio comprende la Cappella Sistina e il suo famoso complesso di affreschi della fine del XV e dell’inizio del XVI secolo. La Cappella Niccolina, un vero gioiello decorato con affreschi di Beato Angelico, e le Stanze di Raffaello nel Palazzo Apostolico Vaticano con «La scuola di Atene». Il Vaticano possiede e gestisce anche tre basiliche papali a Roma al di fuori della Città del Vaticano: Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano e San Paolo Fuori le Mura. Sotto Benedetto XVI e Francesco, i Musei Vaticani si sono impegnati come mai prima in prestiti espositivi da e verso musei internazionali. La storia recente suggerisce che il nuovo Papa sarà in grado di influenzare il gusto di fedeli cattolici in fatto di oggetti di devozione.

 

 

 

A quattro secoli dall’epoca dei grandi papi mecenati dell’arte rinascimentale (Giulio II, Paolo III, Paolo V e Urbano VIII) è stato Papa Pio XII a indire un concorso per realizzare tre nuove porte in bronzo che collegassero il portico della basilica alla navata, in sostituzione di quelle vecchie: la Porta della Morte di Giacomò Manzù fu inaugurata da Papa Paolo VI nel 1964.
Dopo di lui fu Paolo VI a riportare il Vaticano su un percorso concertato di collezionismo d’arte contemporanea. Nel 1975 aprirono nei Musei Vaticani le sue gallerie di opere moderne e contemporanee internazionali, con l’acquisizione di opere di artisti quali Henri Matisse, Marc Chagall, Pablo Picasso, Salvador Dalí, Giorgio Morandi, Giacomo Manzù, Henry Moore e Graham Sutherland. 
Benedetto XVI, con il sostegno di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, e dell’arcivescovo Gianfranco Ravasi, ministro della cultura del Vaticano, ha creato un nuovo legame con l’arte contemporanea, che ha portato il Vaticano ad avere il suo primo Padiglione alla Biennale di Venezia nel 2013 e successivamente il suo primo alla Biennale di Architettura nel 2018.
Il 21 novembre 2009 Benedetto XVI tenne un incontro nella Cappella Sistina con un gruppo internazionale di diverse centinaia di artisti tra cui Bill Viola, Anish Kapoor e Jannis Kounellis, gli architetti Daniel Libeskind e Zaha Hadid. Benedetto XVI fece riferimento a un incontro equivalente che Paolo VI aveva tenuto 45 anni.
Sotto Francesco, il papato ha compiuto alcuni gesti fortemente simbolici in materia di restituzione artistica e culturale. Nel novembre 2022, Papa Francesco ha ordinato ai Musei Vaticani di restituire alla Grecia tre frammenti marmorei del Partenone, conservati nelle loro collezioni dal XIX secolo.
I tre frammenti scultorei erano conservati nel Museo Gregoriano Profano, sede delle collezioni di antichità della Santa Sede. Si tratta di parte della testa del cavallo che tira il carro di Atena nel fregio sul lato occidentale del Partenone e di elementi delle teste di un ragazzo e di un uomo barbuto.
Questo gesto era carico di simbolismo diplomatico, poiché seguiva la visita di Francesco ad Atene nel 2021. Lì aveva incontrato Ieronymos II, arcivescovo ortodosso di Atene e capo della Chiesa greco-ortodossa, e aveva fatto una visita notturna al Partenone.

Louis Jebb, 08 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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