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Una tavola di Ericavale Morello per il volume «Vendesi casa d’artista» (pubblicato nel 2023 da Camelozampa): la casa di Vincent van Gogh

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Una tavola di Ericavale Morello per il volume «Vendesi casa d’artista» (pubblicato nel 2023 da Camelozampa): la casa di Vincent van Gogh

Quando l’editoria per ragazzi incontra l’arte

Tre sono le direttive principali: le vite dei grandi artisti (con aneddoti e curiosità), l’informazione frizzante su arte e musei e il laboratorio per fare il passaggio di testimone

Pierdomenico Baccalario

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C’è un certo libro che si rinnova ogni anno e che forse non dovrebbe mancarci, se vogliamo avere un’idea chiara ed emozionante di quali siano i migliori illustratori di tutto il mondo, in particolare di quelli che lavorano per il pubblico dei più giovani. È l’Annuario degli Illustratori che da ormai cinquant’anni l’editore Corraini pubblica in occasione della Bologna Children’s Book Fair, ovvero il più grande ritrovo mondiale di chi ha fatto delle immagini la sua professione, o almeno intenderebbe riuscirci. Nel mondo dei libri per ragazzi, illustratori e illustratrici sono il primo contatto di chi visita la fiera (31 marzo-3 aprile 2025): c’è un immenso muro dove chiunque può affiggere i proprio disegni, con tanto di numeri di telefono a pettine da staccare e portarsi a casa (e voi direte: ma nell’epoca di Instagram, possibile che una bacheca fisica del genere funzioni ancora? E la risposta è sì, eccome). C’è poi la mostra delle tavole originali dei 77 artisti di 29 Paesi che entrano a far parte del catalogo, e da lì si apre un labirinto di caffè, mostre, stand e conferenze. Se c’è un luogo dove arte dell’illustrazione ed editoria s’incontrano, oggi, è proprio quello dei libri per ragazzi: ogni anno più di 4.300 artisti di tutto il mondo mandano qui le loro opere con la speranza di essere selezionati da una giuria che cambia ogni anno, e ogni anno registra così le loro tendenze, idee e sentimenti sul futuro. 

L’ultimo Annuario (i cui 49 numeri precedenti sono scambiati in modo feroce dai collezionisti) ha la copertina di Sydney Smith, canadese, Premio Andersen per l’illustrazione 2024: l’equivalente, per il settore, del Turner Prize. Sydney lavora ad albi illustrati che hanno storie poetiche, sfumate e melanconiche, editi in Italia da Orecchio Acerbo e perfetti per quell’esperienza che è: la lettura, da adulti, di un libro illustrato apparentemente destinato ai ragazzi. Provate a sfogliare in libreria Ti Ricordi? o Piccolo in città e a resistere al desiderio di portarveli poi a casa, come nuovi amici, o cose preziose. Come molti altri libri illustrati, sanno lasciare quel leggero stordimento, un accenno di lacrima di pura gioia, e la domanda sul perché nessuno ve ne avesse mai parlato prima. 

È un’esperienza artistica, e dell’arte, nel suo insieme, una buona parte di libri per ragazzi ama occuparsi, seguendo tre direttive principali: la vita degli artisti è una, l’informazione frizzante su arte e musei è l’altra, il laboratorio per fare il passaggio di testimone è la terza, e più interessante. Si cerca quindi di raccontare le vite giovanili, gli aneddoti o le curiosità delle grandi e dei grandi artisti, sia perché le loro vite hanno episodi francamente inimitabili, sia perché è necessario liberare i lettori dal fardello della convenzionalità e del dover fare come tutti gli altri. Tra i più belli ci sono i libretti di Fausto Giliberti, pittore e autore che ha pubblicato (per Phaidon e Corraini) vari ritratti di Duchamp, Fontana, Louise Bourgeois, Yayoi Kusama, Banksy e altri ancora. Sono libretti buffi, ribelli, profondi, tutti scritti e disegnati a Brescia, sul suo inseparabile tavolo da lavoro, che un tempo serviva per fare salami. Ci sono poi varie collane dell’editore Gallucci, particolarmente sensibile all’argomento: i libretti tattili per piccolissimi («Scorri l’Arte»), dove con il ditino si può fare «adbusting» di opere famose, libri sonori da ascoltare, nonché una collana verticale sugli artisti adatta ai primi lettori, dove c’è l’eccellente La cameretta di Van Gogh di Margherita e Rosetta Loy. In «Le Orme», una collana diretta dallo scrittore Guido Sgardoli, si vanno a cercare nell’infanzia dei grandi romanzieri i semi della loro produzione futura: e quindi un giovane Jules Verne che a 14 anni vorrebbe già fuggire in mare, o i tormenti di Mary Shelley che sfoceranno nel romanzo epistolare del dottor Frankestein. L’idea, qui, è scoprire per ripercorrere. E capire, anche, che non c’è nulla di più potente e formativo dell’infanzia. E che quindi occorre nutrirla di buone o pessime opere: ma non certo di opere che lasciano indifferenti. 

Nella corrente informativa c’è, poi, almeno, Il giro del mondo in 12 musei, illustrato da Benjamin Chaud, e Perché ai dipinti non servono titoli di Ondřej Horák (entrambi per Franco Cosimo Panini) e Voglio fare l’artista, di Millington & Surrey (Nord Sud), che incrociano informazioni buffe ad attività da provare a fare in casa propria. La tendenza è ridere dell’arte, come in Esplora l’arte moderna di Alice Harman (Ippocampo) con le illustrazioni meravigliosamente comiche di quel matto di Serge Bloch. Il libro ha un impianto serissimo, gode della collaborazione del Centre Pompidou, ma grazie a come sa far ridere e scantonare risponde molto bene a quella serie di domande dissacranti che spesso i ragazzi si fanno davanti a un’opera moderna, tipo: ma perché quella è arte, e vale tanti soldi, e quella che faccio io, no? È perché l’idea, il momento, il senso di un’opera, a volte, sono più potenti della sua realizzazione tecnica, ci rispondono gli autori. E lo ribadisce anche, con perfetta sintesi britannica, David Hockney, che già da qualche anno ha cominciato a rivolgersi direttamente ai lettori più giovani, ed è una fortuna. Il suo ultimo lavoro, I Miei Occhi sul Mondo (Johan & Levi), è particolarmente adatto a quegli studenti che stanno per lanciarsi fuori dalle medie per annusare scuole ed esperienze più complesse: di grande leggibilità, contiene frasi e spunti per capire il disegno, la fotografia, le relazioni, la creatività, gli strumenti tecnologici, e ospita camei di altri personaggi, da Caravaggio a Walt Disney

Infine, nel filone dell’«adesso tocca a te», capitanato da Keri Smith, l’idea è interrogarsi sul mondo, sporcarsi con la realtà e trasformare le ore di noia in esperienze artistiche: a partire da Distruggi questo libro fino al manifesto della «Wander Society» (un gruppo forse inesistente di artisti raminghi e performativi, di cui ognuno di noi può idealmente farsi promotore) ogni cosa che Keri scrive o illustra ha a che fare con il generare attività creative. Un manuale ancora più pratico l’ha scritto Rob Walker, e si intitola L’arte di vedere le cose intorno a noi (DeAgostini). Contiene 123 cose da fare, divise per difficoltà, per allenare e potenziare la nostra attenzione. Il che potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è: attenzione, ordine e prevedibilità non vanno a braccetto, e la cifra dei grandi artisti è il loro modo di accorgersi e trasformare i dettagli. Sempre lo scrittore Guido Sgardoli, qualche anno fa, propose in tal senso la trilogia di romanzi di Paris Noir (Il Battello a Vapore), dove un giovane Renoir, Monet e una formidabile Berthe Morisot erano, anche, acuti e risolutivi detective. 

Se posso però suggerire una singola opera che metta insieme tutte queste tendenze editoriali, vi direi di sfogliare Vendesi casa d’artista (2023) o Traslochi d’artista (2025), della disegnatrice torinese Ericavale Morello (Camelozampa): nel primo, con l’espediente delle inserzioni di una fantomatica agenzia immobiliare, si entra nelle case immaginarie e non di una serie di artisti, zeppe di trovate, dettagli, citazioni, angoli esilaranti, gatti e molti altri imprevedibili animali. Nel secondo, seguiamo altrettante e personalissime imprese di traslochi. Nel primo c’è il mondo statico degli artisti. Nel secondo il loro approccio con gli spostamenti. In entrambi, come nella cameretta delle migliori letture, la casa torna a essere il centro pulsante della vita creativa, con la sua folle confusione di cose da scoprire, di quelle che non ci staranno mai e di quelle ormai perdute, nascoste e scordate, magari dentro una scatolina di latta, magari dietro a una certa piastrella del bagno, magari quando si era ancora bambini, in attesa che qualcuno, come è capitato ad Amélie Poulain, le ritrovi e decida, così, di mettersi al servizio della felicità altrui.

Una tavola di Ericavale Morello per il volume «Vendesi casa d’artista» (pubblicato nel 2023 da Camelozampa): la casa di René Magritte

Pierdomenico Baccalario, 16 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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