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Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliBologna. Da tempo ormai la moda è considerata l’undicesima musa e sempre più attuale è rivalutare e concentrare l’attenzione sugli aspetti e dettagli più artigianali (e quindi artistici) della moda. In questo trend rivalutativo della manualità e della creatività artistica del couturier, si inserisce la mostra-performance «L'abito in cornice» che, dal 16 ottobre al 20 novembre, presenta a Bologna, a Palazzo Boncompagni (via del Monte 8/A), le creazioni in moulage di due stilisti-artigiani: Rosa Ribattezzato e Luca Giannola che da vent'anni realizzano «sculture» di alta moda applicando la tecnica del moulage.
Già usato negli anni Venti del Novecento, il moulage (letteralmente in francese «calco») consente di creare il capo su misura direttamente sul manichino, scolpendo la forma desiderata proprio come farebbe uno scultore, con la sola differenza che gli attrezzi utilizzati sono forbici, spilli e matite colorate. Come spiega Giannola, «Il moulage richiede particolare attenzione alle forme del corpo, esperienza e soprattutto sensibilità tattile, poiché è necessario sentire il tessuto e capirne le peculiarità tagliando, arricciando, modellando, secondo le direzioni e il verso che il materiale suggerisce, coniugando il disegno e la tipologia di tessuto sul quale il modello è stato appositamente creato».
Madeleine Vionnet, la stilista parigina attiva negli anni 1930-1950 (la cui griffe è stata da poco rilanciata da Matteo Marzotto e Gianni Castiglioni) progettava i suoi moulage direttamente sui corpi delle clienti, dando vita ai suoi celebri e preziosi abiti «in sbieco» cioè tagliati seguendo un'angolazione del tessuto a 45 gradi. Dopo di lei il draping (com’è anche chiamato il drappeggio in moulage) è stato usato dagli anni Cinquanta a oggi da numerosi nomi dell'haute couture internazionale: Dior, Givenchy, Versace, Mc Queen.
La mostra non solo evidenzierà ricami, cuciture, finiture, forme ma soprattutto la completezza del lavoro accurato, non dettato dalle veloci regole della produzione industriale, e la cura dell'antico artigianato, quello che molto spesso oggi tanti lamentano di non trovare sul mercato. Ogni creazione presentata dalle indossatrici nella performance-sfilata di apertura verrà fotografata all’interno di una cornice che conterrà poi il manichino addosso al quale sarà ricostruito l’abito. Testimonial della performance di apertura (16 ottobre ore 19.00) è un’attualissima Greying Model, attiva soprattutto sulle passerelle e sui set parigini ma di origine e famiglia bolognese: Martina Gazzoni-Frascara. Su di lei Luca Giannola costruirà dal vivo un abito in moulage di cady di seta cangiante azzurro.

Martina Gazzoni-Frascari
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