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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliÈ stato presentato il 24 maggio, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, al Collegio Romano, l’Atlante delle Imprese Culturali e Creative in Italia, edito dalla Treccani. Il volume (600 pagine con 250 immagini e oltre 700 tra carte, tabelle e grafici) fotografa con precisione la rete dei presidi della produzione artistica e creativa in Italia, ponendo in rilievo anche il profilo dell’economia e del mercato.
Alla presentazione sono intervenuti il presidente Cultura Italiae, Angelo Argento; il direttore generale Treccani, Massimo Bray; il direttore scientifico Atlante, Roberto Grossi, il segretario generale Unioncamere, Giuseppe Tripoli. Il compito della conclusione dei lavori è stato affidato a Carlo Brugnoni, consigliere economico del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
Il volume è promosso da Cultura Italiae, Aici, Istat, Istituto Credito Sportivo, Unioncamere, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, il patrocinio dell’Anci, la collaborazione di Federculture e Fitzcarraldo e la direzione di Roberto Grossi: una pluralità di insiemi e di interessi per l’altrettanto estesa «galassia dell’impresa culturale e creativa».
L’Atlante nasce, come ha precisato Angelo Argento, dal convegno annuale di Cultura Italiae, svoltosi a Matera nel 2017, e l’obiettivo era quello di «definire in maniera più scientifica possibile che cosa davvero sia l’impresa creativa e culturale». Alla luce di tale approccio scientifico, nel volume vengono analizzate tanto quelle attività culturali e creative che assolvono a funzioni anche sociali ed economiche legate allo sviluppo della conoscenza e dei saperi, quanto i servizi e i prodotti che, seppure non pensati esclusivamente per obiettivi culturali e sociali, partecipano alla creazione, produzione, diffusione, conservazione di un prodotto o di una realtà di offerta culturale.
Grande attenzione è dedicata al versante di sviluppo economico che le imprese creative e culturali sono in grado di generare. Come ha sottolineato Giuseppe Tripoli, «queste realtà creano valore per il futuro, rappresentando il 3% circa del Pil mondiale. Soprattutto per l’Europa, questo settore è diventato una delle linee guida per le nuove politiche industriali, su cui far confluire risorse e attenzioni politiche. È una realtà su cui vale la pena investire. Per ogni euro investito nel settore delle imprese creative e culturali si ha infatti una ricaduta, sul resto dell’economia, pari a 1,8 euro».
L’Atlante è suddiviso in tre sezioni: il Contesto culturale, i Dati, le Esperienze, che analizzano gli ambiti produttivi su base nazionale, regionale e provinciale, soffermandosi sui casi più rilevanti in termini quantitativi e macroeconomici. Nella prima sezione, l’analisi dei contesti consente una lettura interpretativa e critica, offerta dai saggi contenuti nel volume.
Le dinamiche produttive e macroeconomiche del settore culturale e creativo italiano sono analizzate nei cinque saggi di inquadramento a firma di Roberto Grossi, direttore scientifico dell’Opera, di Onofrio Cutaia, responsabile della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, di Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, di Alessandro Rinaldi, direttore studi Tagliacarne-Unioncamere e di Umberto Croppi, direttore di Federculture; mentre tredici saggi di settore sono dedicati, nel dettaglio, a Arti Visive (Patrizia Asproni), Beni Culturali (Giuliano Volpe), Biblioteche e Archivi (Chiara Faggiolani), Cinema e New Media (Ester Corvi), Design (Enzo Calabrese), Editoria e stampa (Pierluigi Vercesi), Festival (Gian Mario Villalta), Moda (Raffaello Napoleone e Marco Ricchetti), Musei (Christian Greco), Musica (Ernesto Assante), Paesaggio (Giuseppe Piperata), Sport (Antonella Baldino, per l’Istituto per il credito sportivo), Il mondo delle start-up (Simona Martini, per la Fondazione Fitzcarraldo).

L’Atlante delle Imprese Culturali e Creative in Italia, edito dalla Treccani
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