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Picasso in garage

Redazione GDA

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Per 37 anni hanno conservato in segreto nel loro garage 271 opere non catalogate di Pablo Picasso. Si è trattato di un furto o di un dono? Dovranno stabilirlo i giudici del Tribunale di Grasse, la cui sentenza è attesa per il 20 marzo. Sul banco degli imputati sono comparsi a
febbraio l’ex elettricista del pittore andaluso, Pierre Le Guennec, 75 anni, e la moglie Danielle, 71. Le Guennec lavorò per Picasso e sua moglie Jacqueline tra il 1970 e il 1973, nella dimora di Mougins: «Una sera, Madame mi ha consegnato un pacco dicendomi “questo è per lei”», ha raccontato. La scatola, un «dono», dunque, secondo Le Guennec, conteneva un album di disegni, collage cubisti e sei piccoli oli su tela. Opere datate tra il 1900 e il 1932, il cui valore è stimato tra i 60 e i 100 milioni di euro. Il caso è scoppiato nell’ottobre 2010 quando i due coniugi si sono rivolti alla Picasso Administration per fare autenticare le opere di cui erano in possesso. È a quel punto che gli eredi del pittore hanno deciso di denunciare i due per furto, insospettiti dal fatto che le opere non sono firmate. «Invece Picasso firmava sempre le sue opere, anche all’ultimo momento, prima di venderle o regalarle», ha spiegato l’avvocato della famiglia Picasso, Jean-Jacques Neuer. Alla chiusura del processo, il pubblico ministero ha chiesto contro i Le Guennec cinque anni di reclusione (con la condizionale).



Redazione GDA, 02 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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