L'installazione di Olafur Eliasson nei giardini della Reggia di Versailles è stata l'opera più vista nel 2016

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L'installazione di Olafur Eliasson nei giardini della Reggia di Versailles è stata l'opera più vista nel 2016

Per il ventitreesimo anno la classifica mondiale delle MOSTRE più visitate

La tradizionale inchiesta mondiale di «Il Giornale dell’Arte» e «The Art Newspaper». In Italia sale il design alla Triennale, trascinanti Monet a Torino ed Escher a Milano; all’estero funzionano il fattore Versailles e il gigantismo di Cruzvillegas alla Tate Modern. Dove finisce la mostra e dove comincia l’«evento»?

Il trionfo di Christo in Italia e l’inossidabile richiamo dell’Impressionismo all’estero sono due degli elementi eclatanti, ma scontati, emersi dalla nostra annuale inchiesta, condotta tra 1.200 musei, istituzioni e società organizzatrici, sulle mostre (nel caso dell’artista bulgaro valga però l’abusata parola «evento») che nel 2016 hanno attirato più visitatori nel mondo.

La prima installazione en plein air dell’artista dal 2005 è stata l’opera più visitata al mondo nel 2016: in sedici giorni i 3 km di pontili ricoperti di stoffa arancione sono stati percorsi da 1,2 milioni di persone (con un’impressionante media di circa 75mila al giorno). Dietro al «miracolo Christo», nella classifica italiana si collocano ben tre rassegne  fiorentine che spaziano dal Quattrocento, con le «Sculture dipinte» (superato il milione di visitatori) al XX secolo, con i disegni di «Sguardi sul Novecento» (893.450), entrambe allestite agli Uffizi (a sua volta in testa nella classifica dei musei italiani), passando per il Seicento della «Compagnia di San Benedetto Bianco» a Palazzo Pitti (551.654). Il ritorno, dopo vent’anni, della Triennale di Milano, incentrata sul Design nel XXI secolo, è valso alla storica rassegna il quinto posto tra le mostre italiane più visitate: 476.068 i biglietti staccati. Sempre a Milano, notevole la performance di «Escher», mostra che ha già toccato varie sedi in tutta la Penisola, ma che a Palazzo Reale ha attirato ben 300.980 appassionati.

I musei francesi sono stati gli artefici di molti degli appuntamenti di maggior richiamo. Anche a Londra una delle mostre più viste nel 2016, con 418.861 visitatori complessivi, aveva uno spiccato accento francese: «Dipingere il giardino moderno: da Monet a Matisse», alla Royal Academy of Arts, si colloca al quarto posto tra le mostre più popolari nel Regno Unito da vent’anni a questa parte. Monet, del resto, si piazza bene anche nella classifica italiana: le opere del d’Orsay in prestito alla Gam di Torino hanno calamitato 313.395 estimatori (ottavo posto). Sempre a Torino, il richiamo della Mole Antonelliana, al nono posto tra i musei italiani più visitati, non ha mancato di riverberarsi anche sulle mostre temporanee: i manifesti cinematografici cubani di «Hecho in Cuba» si collocano così al sesto posto tra le mostre italiane, forti di 411.526 a cio- nados. Bisogna arrivare invece al decimo posto per trovare la prima mostra romana: le trasformazioni urbanistiche del Campidoglio, il suo «Mito, memoria e archeologia», hanno portato ai Musei Capitolini 264.875 visitatori. E se nel 2015 la vera trionfatrice della classifica era stata la Biennale di Arti Visive a Venezia, per la Biennale di Architettura del 2016, affidata ad Alejandro Aravena, bisogna arrivare  fino al 14mo posto, sfiorando la soglia dei 250mila biglietti venduti.
Prima delle innumerevoli biennali mondiali, al quarto posto della top ten mondiale, troviamo la Liverpool Biennial, forte di 1 milione e 200mila presenze. Primo in classifica in Inghilterra è però Abraham Cruzvillegas: il giardino seminato nella Turbine Hall dall’artista messicano è stato visto da quasi due milioni di persone.

A Parigi il calo dei turisti dovuto agli attentati ha continuato ad avere un impatto negativo sulla frequentazione di mostre e musei, ma ciò non ha impedito alla Francia di piazzarsi in cima alla nostra top ten, grazie ai 2.857.601 che nei giardini di Versailles sono stati attirati dalla cascata-miraggio di Olafur Eliasson. Uno spazio privato, la Fondation Louis Vuitton di Bernard Arnault, si prepara invece a scalare la classifica del 2017: sono stati ben 1,2 milioni i visitatori della mostra sulla collezione Schukin appena conclusa. Il «candore arcaico» del doganiere Rousseau conquista il d’Orsay con 478.855 presenze, superando anche la «Picasso.mania» (dilagante peraltro in tutto il globo), che al Grand Palais ha sfiorato i 393mila picassoma-niaci. Nell’oceano di mostre dedicate globalmente al maestro di Malaga svettano però gli 851.385 che al MoMa di New York hanno comprato il biglietto per «Picasso la scultura».

Al contrario di Parigi, in Spagna il trend positivo riguarda tutti i più importanti musei. A Bilbao, ad esempio, le «Ombre» di Warhol hanno portato al Guggenheim oltre 820mila persone. Al Prado di Madrid, nel 2016 dopo quattro anni si è tornati a superare i 3 milioni: un quinto di questi, quasi 600mila, hanno varcato la soglia del museo madrileno per vedere la mostra di Hieronymus Bosch organizzata in occasione del V centenario della morte. Sommati agli oltre 421mila della tappa di ‘s-Hertogenbosch, nei Paesi Bassi, fanno di «Bosch» una delle prime cinque mostre del 2016.

Il Whitney Museum of American Art, a New York, che nel 2015 si è trasferito nella sua nuova sede progettata da Renzo Piano in centro a Manhattan, ha messo  fine al tradizionale duopolio cittadino del Museum of Modern Art (MoMA) e del Metropolitan Museum of Art (Met). Il Whitney ha infatti ospitato cinque delle dieci mostre più visitate a New York nel 2016. Nonostante la rapida ascesa del Whitney, però, a New York le prime posizioni tra le sedi espositive di maggior successo continuano a essere occupate dal MoMA e dal Met. Il MoMA rimane in testa, grazie alle sculture di Picasso e a Degas. Il Costume Institute del Met ha ospitato una rassegna sull’incontro tra alta moda e l’alta tecnologia: 753mila i biglietti staccati.
I dati sono stati raccolti da Sara Sow e The Art Newspaper

L'installazione di Olafur Eliasson nei giardini della Reggia di Versailles è stata l'opera più vista nel 2016

Anna Maria Farinato, 29 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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