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Parlano i direttori dei venti supermusei: Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia

Parlano i direttori dei venti supermusei: Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia

Stefano Miliani

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Con un passato nell’arte contemporanea, Marco Pierini vuole aprire alla letteratura e all’arte del Novecento, partendo dai «locali» Burri e Leoncillo

 

Alla guida della Galleria Nazionale dell’Umbria e del Polo Museale regionale siede da ottobre Marco Pierini, 50 anni. Nella raccolta di pittura antica in cui svettano Piero della Francesca e Perugino, lo storico dell’arte porta un bagaglio inconsueto. Dopo aver diretto a Pienza il Museo diocesano (comunale), Pierini ha condotto il Centro di arte contemporanea di Siena dal 2002 al 2010 e poi, fino al dicembre 2014, la Galleria Civica di Modena. Ha curato mostre come «Good Vibrations. Le arti visive e il rock», su Gordon Matta-Clark (1943-1978), sui videoclip, sulla fotografa Francesca Woodman. Senese quasi cinquantenne, è specializzato in Estetica. 

 

In questi primi mesi che cosa ha fatto?

 

Abbiamo insediato il Comitato scientifico, il Cda e assolto alle faccende burocratiche indispensabili per «nascere». Ho nominato i direttori del Polo Museale, che include i musei archeologici di Perugia, Orvieto e Spoleto, il Tempietto alle fonti del Clitunno, il Castello Bufalini di San Giustino, la villa del Colle del Cardinale presso Perugia, il Museo alla Rocca Albornoz di Spoleto, il Palazzo Ducale di Gubbio. Ho rinnovato o stabilito convenzioni con le due Università perugine, di Firenze, Siena e Roma, ho firmato una convenzione con Umbria Jazz. C’è stata infine una fase molto bella di ascolto del personale e ridistribuzione dei compiti. 

 

Ha citato il festival jazz.

 

Sì, avremo anche nove concerti dal 9 al 17 luglio nella sala Podiani. E abbiamo stretto un accordo anche con il Trasimeno music festival: chi ha un biglietto per qualsiasi concerto dei due festival ha un ridotto da noi. 

 

Quante persone avete? 

 

Difficile rispondere: è in atto una mobilità volontaria nel Ministero. La Galleria prevede 82 persone e saremo scoperti del 10% circa, non tanto. Nel Polo la situazione è più complicata, al momento abbiamo solo i direttori e il personale di accoglienza e vigilanza.

 

Programmi per la Galleria?

 

Innanzi tutto prepariamo il bando per i servizi in concessione, già scaduti. Continua poi la digitalizzazione di tutto il materiale d’archivio: restauri, inventari, vecchie e nuove immagini delle opere.

 

Questo museo è tra quelli che hanno riscosso più consensi sui social network in un rilevamento web del 2015-2016. Come investite su internet?

 

Abbiamo un’ottima reputazione in rete ma pochissima attività. Stiamo impiantando un nuovo sito che sarà pronto in autunno e un gruppo di lavoro interno per potenziare la presenza sui social media. In Galleria intendo invece installare supporti per tutti i device, dai telefoni all’iPad, per far conoscere ai visitatori la storia delle opere: esistono potenzialità infinite di lettura, dalla moda al cibo alla musica. Tramite app, audio e video, si porta a casa un maggior numero di informazioni rispetto a quelle contenute nei pannelli e si è più stimolati ad apprendere. 

 

Ha in cantiere mostre?

 

La prima sarà per l’estate ed è collegata a Umbria Jazz con due fotografi straordinari, Silvia Lelli e Roberto Masotti. A ottobre faremo una mostra sulla croce dipinta fra Due e Trecento partendo dal nostro Maestro di san Francesco, che peraltro è l’autore dell’opera della Galleria che amo di più. 

 

Quale visione ha del museo?

 

Un museo dinamico che si apra ad altre attività presenti sul territorio. Penso all’arte contemporanea, alla musica, alla letteratura. Dopo l’estate nella parte conclusiva del percorso di visita, dal ’500 in avanti, ruoteremo alcune delle opere esposte utilizzando il patrimonio dei nostri depositi. Intendo infine aprire al ’900 con opere di Burri e Leoncillo concesse in comodato.

 

Pensa a un ristorante? E il bookshop?

 

In un palazzo storico come questo è difficile pensare a ristorante e bar, tanto più che ce ne sono di ottimi qui fuori. Invece, con il Comune che ci concederà due bellissime sale a pianterreno, apriremo una biblioteca con i 20mila volumi della Galleria. Quanto al bookshop, resta a piano terra, l’unico spazio disponibile. 

 

Perché hanno scelto lei?

 

Credo sia stata apprezzata l’esperienza delle gestioni di Siena e Modena, né dev’essere dispiaciuta la mia inclinazione a spaziare attraverso la cronologia e le discipline artistiche. 

 

Sulle nomine sono scoppiate fior di polemiche. Qualcuno ha ventilato influenze di partito, del Pd. 

 

Non credo proprio. Mi sono dimesso due volte, a Siena e a Modena, e in entrambi i casi le Giunte comunali erano del Pd!

 

A Modena lasciò perché il Comune aveva programmato iniziative sull’alimentazione alla Galleria Civica. Lo rifarebbe? 

 

Sì. Le esigenze dell’Amministrazione si ponevano in netto contrasto con la funzione educativa e scientifica del museo, per me sempre prevalente rispetto al marketing del turismo. 

 

Come valuta la riforma del Ministero?

 

La recente vitalità dei musei da sola dimostra la necessità della riforma, le cui criticità (a mio avviso) dipendono soprattutto dalla ineludibile e complessa fase transitoria nell’applicazione.

 

Le sue passioni?

 

La più forte, assieme all’arte, è la musica: dal rock alla classica al jazz, ma ormai ascolto soltanto perché suono troppo male...

 

Leggi le interviste agli altri direttori 

La Galleria Nazionale d’Arte antica di Roma

La Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma

Il Museo Nazionale del Bargello di Firenze

Il Palazzo Reale di Genova

La Galleria Nazionale delle Marche di Urbino

La Pinacoteca di Brera a Milano

Le Gallerie dell'Accademia di Venezia

La Galleria dell'Accademia di Firenze

La Reggia di Caserta

La Galleria Borghese di Roma

Il Museo Capodimonte a Napoli

Le Gallerie degli Uffizi di Firenze

Il Palazzo Ducale di Mantova

Il Museo Archeologico di Napoli

Il Parco Archeologico di Paestum

Il Museo Archeologico di Reggio Calabria

Il Museo Archeologico di Taranto

Stefano Miliani, 24 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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