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Palazzo d’Avalos. © Teresa Tenaglia

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Palazzo d’Avalos. © Teresa Tenaglia

Palazzo d’Avalos baricentro della cultura

Mostre e progetti nei Musei Civici di Vasto

Giorgio D'Orazio

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Nel baricentro della Vasto antica sorge l’imponente Palazzo d’Avalos, sede dei Musei Civici. Affacciato sul mare e simbolo della città, il Palazzo domina il paesaggio con la sua maestosità e il suo Giardino Napoletano, oggetto di un restauro che gli ha restituito l’impianto tardosettecentesco.

È uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese della seconda metà del Cinquecento. Durante i tre secoli di signoria dei d’Avalos, fino all’occupazione francese del 1799, assunse l’aspetto di una reggia. Negli anni Settanta il Comune è entrato in possesso dell’immobile, che dopo ingenti lavori di restauro è diventato sede museale con il Museo Archeologico, la Pinacoteca, la Galleria d’Arte Contemporanea e il Museo del Costume.

Nel 2017 è stato inoltre ultimato il restauro del Quarto della Marchesa, ala destinata alle mostre temporanee. Nato dal Gabinetto del Marchesani, il Museo Archeologico, tra i più antichi d’Abruzzo, espone collezioni storiche e reperti provenienti da scavi del territorio, in deposito dalla Soprintendenza Archeologica, importanti testimonianze della fase italica e della romana Histonium.

La Pinacoteca è costituita dalla donazione dei Palizzi, un palinsesto di quadri di paesaggio, ritratti, disegni e ceramiche che illustrano la sensibilità e gli interessi dei quattro artisti. Seguono le sale che documentano più da vicino la storia della casata dei d’Avalos, marchesi del Vasto: il Camerino Dorato con le insegne della famiglia nella volta, la Sala della Cornice, la Sala delle Selle da parata, fino alla terrazza che si apre sul golfo. Al piano ammezzato c’è la Galleria di Arte Contemporanea, che espone le donazioni Paglione-Olivares, e quella Volpe-Boschetti; tra gli artisti in mostra Gigino Falconi e José Ortega.

Il Museo del Costume, allestito dal Lions Club Adriatica Vittoria Colonna, conserva abiti e corredi abruzzesi databili tra Otto e Novecento, donati da famiglie locali. L’esposizione è stata rinnovata a giugno 2019, mentre dal 2012 la gestione dei servizi museali è affidata all’ATI, costituita da Cooperativa Archeologia e Zoe cooperativa sociale. Il 2020 è cominciato con grande fermento, in particolare con la progettazione di ulteriori lavori di sistemazione e della terza esposizione di opere dai depositi. La fine del 2018 era stata segnata dalla chiusura per motivi di sicurezza di parte del giardino e di alcune sezioni.

L’autorizzazione alla riapertura era pervenuta pochi giorni prima dell’emergenza sanitaria; la riapertura, dopo le misure restrittive, assumerà quindi una valenza in più. I Musei Civici tornano finalmente fruibili e visitabili nella loro interezza. E con tante idee nuove: sistemazione dei depositi aperti anche alla consultazione degli studiosi, attività di studio e catalogazione, mostre a rotazione, facendo di Palazzo d’Avalos non soltanto una struttura deputata all’esposizione, ma anche un centro di studio e ricerca.

Giorgio D'Orazio, 01 giugno 2020 | © Riproduzione riservata

Palazzo d’Avalos baricentro della cultura | Giorgio D'Orazio

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