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Ossessionati dall’esibizione del potere

Ossessionati dall’esibizione del potere

Marco Piccat

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Tre volumi dedicati a principi, santi e marchesi tra Francia e Italia nel passaggio tra il Gotico e il Rinascimento

 

Arte e potere, tema caro agli storici dell’arte, e di cui Daniel Arasse ha fornito, in anni recenti, molteplici e puntuali chiavi di lettura, è il nodo culturale che i tre libri di seguito presentati declinano con un medesimo archetipo di fondo, inserendosi nell’ambito della strategia culturale, di una particolare geografia alpina e del costruirsi urbanistico di una piccola capitale. 

 

C’è stato un tempo felice, infatti, in cui i poteri sceglievano l’arte per manifestare alla comunità il proprio status, gli interessi che perseguivano, le alleanze e gli accordi politici come le loro ambizioni per l’immediato futuro. Qualche rara ma possibile volta, la decisione di giocare il ruolo della committenza era presa al solo scopo di diffondere la conoscenza.  Potevano essere infatti rappresentanti del mondo clericale, nobiliare o di corte, comunale o repubblicano, ma tenevano comunque lo sguardo aperto su quanto gli artisti sapevano apportare al crescere del gusto, dei costumi e delle mentalità. Così invitavano presso di loro maestri, capimastri e artigiani capaci di interpretare l’idea per trasformarla in edifici, castelli, chiese, o in oggetti, tappezzerie, quadri, sculture. 

 

Oggi che la situazione è molto cambiata, possiamo renderci conto dell’esistenza, della varietà e del proseguire nel tempo di queste strategie culturali messe in atto dal signore a beneficio di una comunità. In questo quadro, l’editrice Viella ha promosso la pubblicazione di tre importanti saggi che comprendono panorami diversi, concentrici, multidisciplinari, con fondamentali aderenze al tessuto storico-artistico. I primi due riprendono atti di colloqui internazionali, mentre il terzo raccoglie la riflessione pluriannuale di una sola ricercatrice. Il loro ambito si affina sui territori di confine tra Francia e Italia, per concentrarsi sulla Valle d’Aosta; chiude la serie il saggio che filtra e discute la storia delle architetture, tra Gotico e Rinascimento, del marchesato di Saluzzo.  

 

 

 

Principi e santi

Un paradigma comune sembra emergere come costante a costituire il progetto intessuto indipendentemente e parallelamente dalle tre nuove pubblicazioni. L’art au service du prince. Paradigme italien, expériences européennes (vers 1250-vers 1500), riporta una serie di studi destinati a evidenziare il ruolo delle strategie culturali per i conti di Fiandra, i marchesi di Monferrato-Saluzzo, Amedeo VIII di Savoia, Réné II duca di Lorena e altri. Il volume definisce il quadro di un modello italiano esportato in Europa, con nuove puntualizzazioni. 

 

L’image des saints dans les Alpes occidentales sviluppa invece in prevalenza un discorso iconografico su un territorio dalla forte matrice alpina con focalizzazioni per le immagini del culto popolare e diffuso per vari santi.

 

Il terzo volume, Il marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento, prima di aprire una riflessione inedita sui materiali di costruzione della città, la cultura del cotto e della pietra, raccoglie entrambe le suggestioni richiamate nei testi precedenti. Presenta in due importanti capitoli i potenti del tempo e la cultura architettonica dei marchesi di Saluzzo e gli ambienti religiosi, chiese e conventi. 

 

I volumi L’image des saints dans les Alpes occidentales e L’art au service du prince sono entrambi pubblicazioni di atti di convegni internazionali, il primo Ginevra, 17-18 giugno 2013, e il secondo Parigi-Sorbona, e sono entrambi dedicati alla memoria di Enrico Castelnuovo. Il ricordo dello studioso, che delle stagioni dell’arte alpina è stato eccellente quanto coraggioso indagatore, richiama una tradizione e una stagione di rigorosità negli studi, riconosciuta e apprezzata in ambito europeo e non solo. 

 

Il saggio Il marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento rivela quanto il Quattrocento, secolo d’oro della civiltà saluzzese, sia stato preceduto, preparato e programmato da una serie di innovazioni e operazioni culturali, nate spesso al di fuori delle mura marchionali. 

 

Tra i lavori che costituiscono l’ossatura della raccolta di studi contenuti in L’art au service du prince, segnaliamo quelli di Marco Folin che prende in esame il capitolo delle residenze signorili in Italia (secoli XIV-XV), confrontando gli esempi delle fortificazioni dei tiranni con le dimore dei signori e le loro mutevoli trasformazioni nel passare del tempo, e di Matthias Müller che indaga le architetture di palazzi residenziali e castelli tra Francia, Germania e Italia, con attenzione oltreché ai dati monumentali, anche alle testimonianze dei letterati. Il lavoro di Marc Boone tocca il tema importante della costruzione di una «mémoire d’outre tombe», occupandosi della connessione tra «inumazione del principe» (i conti di Fiandra e i loro successori) e una serie di questioni a essa collegate, quali le sepolture delle mogli, dei figli o la scelta dell’istituzione ecclesiastica per il completamento delle liturgie e per la conservazione delle spoglie. Altro intervento degno di nota è quello di Laurent Vissière che presenta un accurato studio sulle Saintes Chapelles, luogo ecclesiastico particolare proprio delle regioni di Francia, che vengono presentate in sequenza, da quella di Bourbon a quella di Chambéry. 

 

Beatrice Del Bo si sofferma sulla politica culturale, artistica e urbanistica dei marchesi del Monferrato e Saluzzo, valutando affinità e differenze di comportamento. Guido Castelnuovo ritorna su Amedeo VIII per mettere a fuoco il rapporto di questo colto e sapiente principe con le varie arti nella Savoia della prima metà del XV secolo. Arturo Calzona ci guida in un inedito percorso alla ricerca delle modificazioni delle immagini dello Stato a Mantova. Francesco Salvestrini porta alla ribalta le occasioni di uno scontro tra Lorenzo dei Medici e Biagio Milanesi, abate di Vallombrosa, a motivo del possesso della grangia de Pitiana (Firenze). Per il settore Les programmes décoratifs, uno studio di Claire Billen e Sabine Van Sprang sulle tappezzerie di «Les chasses de Maximilien» ricollega le celebri immagini, individuando in esse le sicure iconografie di molti rappresentanti di casa Asburgo. Artistes et hommes de savoir è di particolare interesse per i contributi di Rose-Marie Ferré sugli scultori Pietro da Milano e Francesco Laurana. Carla Frova analizza il ruolo delle istituzioni universitarie all’interno delle esperienze signorili italiane e Gian Maria Varanini le Cancellerie signorili trecentesche dell’Italia settentrionale.

 

Nel volume L’image des saints dans les Alpes occidentales à la fin du Moyen Âge, grande interesse va al gruppo degli interventi specificatamente iconografici, relativi ad affreschi-sculture reperibili in area valdostana. Segnalo quelli di Vittorio Natale su san Bernardo il Vecchio, di Manuele Berardo su sant’Antonio abate, di Luca Jaccod su san Grato. 

 

Nell’ambito del Territoire et politique, spiccano i contributi di Patrick Elsig sull’immagine di san Teodulo e di Magali Briat-Philippe sulla devozione a san Nicola da Tolentino al monastero di Brou (Bourg en Bresse). Il settore destinato alle Pratiques dévotionnelles di alcuni membri della famiglia dei Savoia, è indagato da Sandrine Boisset Thermes, in Images sculptées des saints et sensibilités religieuses, da Brigitte Roux e da Laurence Ciavaldini Rivière. Illuminante l’excursus di Laurent Ripart, Les saints de la maison de Savoie au XVe siècle. Il volume si conclude con alcuni interventi inerenti alla sorte delle immagini sacre durante il periodo della Riforma, ad opera di Dione Flühler-Kreis, Stephan Gasser e Romaine Syburra-Bertelletto. 

 

 

 

Marchesi saluzzesi

Con l’ultimo volume di Silvia Beltramo dedicato a Saluzzo si offre un’inedita occasione di discussione della tesi per cui l’architettura del Quattrocento saluzzese sia o meno cresciuta come strumento della volontà del principe e della sua corte. La documentata ricerca si è spinta a enucleare i modelli scelti dai marchesi tra Delfinato, Savoia e Borgogna, con carattere di internazionalità. Lo studio apre lo sguardo all’ambito geografico delle terre che componevano il marchesato, portando l’analisi impostata su Saluzzo anche sugli altri centri importanti del tempo, quali Revello, Carmagnola e Verzuolo, per poi passare in rassegna i castelli simbolo della dinastia. 

 

Il volume, corredato da una vasta documentazione fotografica, si chiude con un approfondimento di particolare importanza, data la novità del tema, sull’uso del cotto e della pietra come linguaggi della scultura architettonica propria del XV secolo e dell’inizio del successivo, tipica delle più importanti architetture del marchesato. La studiosa esprime a pieno la personale e profonda capacità di analisi. La tesi proposta all’inizio del testo, sulla volontà del principe e della corte nella delineazione dell’architettura costitutiva della città, lascia aperto, secondo noi, almeno un dubbio sulla gestione e sulla dimensione della res publica dei marchesi in Saluzzo. Mentre gli Statuti (1480) assegnavano chiaramente ordine e solidità ai rapporti di convivenza all’interno del Comune, lo spazio urbano, razionalmente ed eticamente articolato secondo i desiderata marchionali, poteva sottolineare quel medesimo legame, permettendo di riconoscere l’autorità del signore? 

 

L’art au service du prince. Paradigme italien, expériences européennes (vers 1250-vers 1500)
a cura di Élisabeth Crouzet-Pavan e Jean-Claude Maire Vigueur
396 pp., ill. b/n e colori
Viella, Roma 2015
€ 55,00

 

L’image des saints dans les Alpes occidentales à la fin du Moyen Âge, Actes du colloque international tenu au Musée d’art et d’histoire de Genève (17-18 juin 2013)
a cura di Sylvie Aballéa e Fréderic Elsig
230 pp., ill. b/n e colori
Viella, Roma 2015
€ 35,00

 

Il marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento, Architettura, città, committenti
di Silvia Beltramo, 
Viella, Roma 2015
576 pp., ill. b/n e colori
€ 60,00

 

Marco Piccat, 08 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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