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Non fate come a L’Aquila

Non fate come a L’Aquila

Stefano Miliani

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Per la prima volta un Governo sembra reagire senza sensazionalismi, deciso a ricostruire e ristrutturare a misura di sisma, «com’era e dov’era», cosciente del fatto che periodicamente la terra scuote e scuoterà l’Italia

 

La facciata squadrata in stile abruzzese dal bel portale gotico della Basilica di San Francesco ad Amatrice (Rieti) troncata a metà, con il rosone finito in macerie, è una delle immagini simbolo del terremoto che nella notte tra il 23 e 24 agosto ha portato morte e distruzione nel Centro Italia. L’arte ha subito un duro colpo: perlopiù chiese, campanili, monasteri senza risparmiare porte, mura antiche e il Museo Civico del paese della pasta all’amatriciana crollato. Centinaia i monumenti sfregiati, qualche migliaio le cosiddette opere d’arte mobili come dipinti, sculture, suppellettili di pregio, tuttavia la conta dei danni rilevati cresce via via che proseguono gli accertamenti. Gli effetti si sono propagati fino a Urbino, dove si sono dilatate alcune crepe su pareti esterne del Duomo; il Museo Archeologico di Ascoli Piceno è lesionato e a Montegallo è caduto un pezzo del campanile della Chiesa di Pantano; nel Maceratese è venuto giù il soffitto nella Chiesa di San Ginesio; hanno subito crolli parziali le Mura medievali di Norcia e campanili e chiese nelle frazioni del borgo umbro; i calcinacci nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Teramo hanno danneggiato gli affreschi, opera della scuola di Crivelli… E non sono che pochi squarci in un quadro più vasto e tuttore in divenire (aggiornamenti costanti su www.ilgiornaledellarte.com). 

 

Se il conto è parziale, è il tessuto stesso di borghi storici letteralmente annientati (come appunto Amatrice o il centro marchigiano Arquata del Tronto) che si è frantumato nella disperazione dei suoi abitanti. I quali lo hanno detto esplicitamente: dopo aver pianto e sepolto gli affetti più cari, vogliono riprendere la vita nei loro paesi. E qui si innesta un discorso chiave che più d’uno, come Italia Nostra e Vittorio Sgarbi, ha rivolto ai governanti: non fate come a L’Aquila e dintorni, non tirate su new town (dove peraltro si vive male), ma invece bisogna ricostruire seguendo la lezione del post terremoto friulano del 1976, secondo il principio del «com’era e dov’era» e restituire vita al tessuto umano e culturale del posto. Richiederà forse tempo, è bene saperlo fin da ora, ma è una strada obbligata. E non sempre sarà una strada facile perché molti dei borghi più piccoli di questa area montana tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo si popolano d’estate (grazie a chi viene in vacanza e magari torna e ha la seconda casa), ma d’inverno sono troppo silenziosi. 

 

Al Mibact sembrano esserne consapevoli. L’intento è recuperare le pietre dei campanili, delle facciate, le opere colpite, catalogarle, stoccarle per poi procedere ai restauri con la materia prima originale: così ha assicurato il segretario generale del Dicastero Antonia Pasqua Recchia nella prima conferenza stampa post sisma, a 37 ore di distanza dalla prima, devastante scossa. E se è comprensibile e teoricamente ragionevole l’appello di Tomaso Montanari uscito su «la Repubblica» il 25 agosto affinché le opere d’arte vengano messe in sicurezza entro le prime 72 ore, in realtà, nei borghi distrutti di Amatrice e Accumoli nel Lazio, ad Arquata del Tronto o nella sua frazione devastata di Pescara, nell’immediato e nelle ore successive oltre al personale di soccorso hanno potuto entrare soltano i Carabinieri del Comando Tutela Culturale (e hanno esordito i Caschi blu della cultura con una trentina di militari addestrati grazie al recente accordo con l’Unesco; cfr. n. 362, mar. ’16, p. 13), non i funzionari dei Beni culturali. Peraltro la macchina Ministero-Carabinieri dell’arte, con la sede romana e le sedi regionali di Ancona (che copre anche l’Abruzzo) e Perugia, si è mossa con rapidità, come ha confermato per telefono a «Il Giornale dell’Arte» un militare del corpo specializzato. Ed è in rete, per i tecnici del Ministero, uno strumento complesso e molto utile, una catalogazione dei beni d’arte luogo per luogo approntata dall’Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro soprattutto dopo il terremoto del 2012 in Emilia. Piuttosto, è ineludibile una discussione sollevata da più voci a partire da Salvatore Settis: il Paese non pensi alle «grandi opere», la più grande opera è costruire, ricostruire o ristrutturare gli edifici, d’arte e non solo, a misura di sisma, sapendo che la terra periodicamente scuote e scuoterà l’Italia. Nella nostra storia, il verbo «prevenire» è stato pronunciato tante volte e poi dimenticato.

 

 

La prima ricognizione dei danniIl Mibact ha diffuso le prime immagini dei danni (www.beniculturali.it), frutto del lavoro dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale con alcuni Caschi blu della Cultura. Segnalazioni dei danni a: dannisisma2016-lazio@beniculturali.it; dannisisma2016-marche@beniculturali.it; dannisisma2016-umbria@beniculturali.it; dannisisma2016-abruzzo@beniculturali.it.
LAZIO
Amatrice (Ri) Basilica di San Francesco (crollata); Basilica Sant’Agostino (crollata); Arco San Francesco (distrutto); Chiesa San Giovanni (crollata); Chiesa Sant’Agnese (crollata); Chiesa Santa Maria del Suffragio (crollata); Chiesa San Giuseppe (crollata); Chiesa Sant’Emidio (crollata); Museo Civico: Crollato Archivio Comunale: Crollato Biblioteca Comunale (crollata); Chiesa del Crocifisso (crollata); Porta Romana (danneggiata gravemente); Torre Civica (danneggiata gravemente); Porta Ascolana (danneggiata gravemente).
MARCHE
Urbino Duomo (lievi lesioni alle mura)
Arquata del Tronto (Ap) Chiesa Santissima Annunziata (lesione importante del Campanile e dei muri; non raggiungibile); Chiesa Santissimo Salvatore (esione muri e tetto; non raggiungibile); Chiesa Santa Croce (completamente distrutta); Torre Medioevale (lesioni e caduta della merlatura; non raggiungibile) 
Ascoli Piceno Museo Statale archeologico (chiuso per lesioni interne alla struttura)
Montegallo (Ap) Chiesa Santa Maria in Pantano (crollo parziale del campanile con caduta e rottura della campana cinquecentesca)
Montemonaco (Fm) Chiesa San Benedetto (lesioni interne alla struttura)
Tolentino (Mc) Chiesa Santissimo Crocifisso (crollo parte di una volta)
San Ginesio (Mc) Chiesa della Collegiata (crollo di parte del soffitto); Chiesa San Ginesio (lesioni interne); Convento Benedettine (lesioni interne alla chiesa)
Gualdo (Mc) Chiesa San Savino (lesioni interne importanti: spostata e messa in sicurezza tela del Crivelli di concerto con la Soprintendenza)
ABRUZZO
Valle Castellana (Te) Chiesa della Frazione Pietralta (lesione del campanile); Chiesa della Frazione Pascellata (lesioni mura interne); Chiesa della Frazione Ceraso (crollo parziale della chiesa e del campanile); Chiesa della Santissima Annunziata (esioni interne importanti)
Rocca Santa Maria (Te) Chiesa Santa Maria (lesione del campanile)
Campli (Te) Chiesa Santa Maria Venales (caduta porzione copertura)
Toriano Nuovo (Te) Chiesa Madre (varie importanti lesioni interne)
Teramo Chiesa Santa Maria delle Grazie (danni agli affreschi navata centrale)
Isola del Gran Sasso (Te): Chiesa San Michele (crollo del campanile)
UMBRIA
Norcia (Pg) Monastero San Benedetto (lesioni evidenti alla guglia di destra e lesioni sul porticato lato destro); Mura della Città vecchia (lesionate con crolli parziali in prossimità di Porta Sabina, Porta Romana e Porta Orientale). Frazione Castelluccio di Norcia Campanile della Chiesa Centrale (gravemente lesionato e pericolante; non è possibile l’accesso alla frazione a causa dell’interruzione della strada). Frazione San Pellegrino Campanile della Chiesa di San Pellegrino (lesionato). Frazione Preci Chiesa Santa Maria della Pietà e Chiesa Sant’Eutizio (lesioni evidenti). Frazione Campi di Norcia Chiesa San Salvatore (lesionata)
Sellano (Pg) Chiesa Montesanto (aduta calcinacci e lievi crepe sulle mura); Borgo storico, Arco Mmedioevale e mura storiche (transennati dai Vigili del Fuoco, poiché pericolose). Località Casale Chiesa San Rocco (lesioni e caduta calcinacci).
Cerreto di Spoleto (Pg). Località Colle Chiesa Madonna di Costantinopoli (lesioni infrastrutturali di notevole importanza). Località Borgo Cerreto Chiesa Borgo San Lorenzo (lesioni infrastrutturali gravi sul rosone centrale e alla muratura sottostante). Frazione Ponte Cerreto Chiesa Santa Maria Assunta (evidenti crepe all’interno della sola sagrestia). Località Nortosce Chiesa di San Pietro Greta (anni strutturali evidenti; non è possibile accedere al sito per l’alto rischio di crollo). Eremo della Madonna della Stella (probabili danni strutturali). Fonte: Ansa

 

Stefano Miliani, 03 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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