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A Torino la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura promuove una nuova centralità di questi luoghi storici che saranno messi a sistema e collaboreranno per gestione e valorizzazione
- Stella Circosta
- 06 maggio 2025
- 00’minuti di lettura

Una veduta della Biblioteca Reale di Torino
Nessuna biblioteca è un’isola
A Torino la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura promuove una nuova centralità di questi luoghi storici che saranno messi a sistema e collaboreranno per gestione e valorizzazione
- Stella Circosta
- 06 maggio 2025
- 00’minuti di lettura
Stella Circosta
Leggi i suoi articoliNel vortice di un tempo che accelera, mentre la conoscenza si frammenta nell’universo digitale e il sapere assume forme sempre più fluide, le biblioteche storiche di ricerca sembrano interrogarsi sul proprio destino: come ridefinire il proprio ruolo nel contesto culturale contemporaneo, senza tradire la propria vocazione originaria? A Torino, città dalla profonda cultura bibliografica, un cantiere concettuale e operativo coinvolge 21 istituzioni culturali, chiamate a confrontarsi su un futuro comune.
Promosso dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d’Aosta, il progetto intende elaborare un modello di sviluppo condiviso, integrato e sostenibile per le biblioteche storiche di ricerca della città. L’obiettivo è ambizioso: superare la frammentazione del sistema attuale e trasformare questi presìdi culturali in hub accessibili e interconnessi.
Una sfida che si scontra con ostacoli noti: difficoltà nell’adeguamento infrastrutturale e tecnologico, carenza di personale, mancanza di strategie comuni, scarsa visibilità. Barriere fisiche e simboliche che ancora escludono parte della cittadinanza. Da queste difficoltà nasce l’iniziativa della Fondazione 1563: un invito a immaginare le biblioteche non più come isole, ma come nodi connessi in una rete culturale più ampia.
Attualmente, il progetto ha completato una prima fase di ascolto delle istituzioni coinvolte e l’analisi delle risorse disponibili: collezioni, spazi, competenze, pratiche esistenti. È in corso la definizione di un piano strategico, che pone al centro la responsabilità condivisa, la memoria come risorsa attiva, la biblioteca come spazio da abitare con consapevolezza, da cui prenderanno forma le prime azioni con l’obiettivo di creare un sistema culturale solido e collaborativo. Il programma d’azione è chiaro: mappare le risorse, valorizzare le collezioni, ripensare gli spazi e le modalità di accesso. Ma soprattutto creare connessioni: tra biblioteche, università e territorio, tra sapere specialistico e pubblico generico. Una prospettiva partecipativa nelle logiche di gestione, nei modelli di collaborazione, nelle forme stesse della fruizione, che può trasformare l’ecosistema delle biblioteche torinesi.
Torino, che ha fatto della tradizione libraria una delle sue cifre più riconoscibili, è un laboratorio ideale per testare una nuova governance culturale in grado di restituire centralità alle proprie biblioteche storiche. La risposta a questa sfida dipenderà da ciò che ognuno sarà disposto a mettere in gioco, poiché una biblioteca è anche un’idea di società: la sua forza, o la sua fragilità, riflette sempre ciò che una città sceglie di custodire, condividere, tramandare.