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Nel Cartastorie l'archivio del Banco di Napoli

Olga Scotto di Vettimo

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Napoli. Dallo scorso 31 marzo il patrimonio museale di Napoli si è arricchito di un nuovo museo: il Cartastorie, museo virtuale permanente dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, allestito nelle sale del cinquecentesco Palazzo Ricca, situato nel centro antico della città.

Il percorso multimediale bilingue, italiano e inglese, propone un’esperienza immersiva attraverso immagini e suoni che svelano i fatti, i personaggi e le voci custoditi nei milioni di volumi conservati negli scaffali dell’Archivio. Lo sfondo, naturalmente, è Napoli, il suo popolo e le sue storie, la sua quotidianità e i suoi grandi personaggi, attraverso quattro secoli di Storia.

Il progetto, la cui direzione artistica è di Stefano Gargiulo e realizzato da Kaos Produzioni, si sviluppa in più ambienti al primo piano dell’Archivio. Nello spazio 1, Voci e nomi d’Archivio, attraversa la quotidianità che ha animato le stanze dell’archivio: i numeri di conto, i ducati e i decreti istitutivi dell’Archivio si intrecciano con i suoni della città contemporanea. Lo spazio 2 è dedicato a San Gennaro e l’instabilità del territorio, La schiavitù, La peste del 1656: sfogliando un libro pop up, posto al centro di un tavolo d’archivio, si attivano le tre narrazioni visive e sonore che si ripetono sulla superfice del libro e in una proiezione verticale. Lo spazio 3, invece, con proiezioni e i suoni spazializzati in tre ambienti, racconta aspetti della vita di Raimondo di Sangro, complessa ed enigmatica figura, in parte svelata attraverso la lettura delle carte dell’archivio. Nello spazio 4, invece, le Vite dei Banchi: sei proiezioni sincronizzate narrano la vita dei banchi, le storie che si celano dietro ogni pagamento. Infine, gli Approfondimenti, attraverso i racconti di alcuni protagonisti della storia della Fondazione e del suo archivio.

L’Archivio Storico del Banco di Napoli rappresenta la più imponente raccolta archivistica di documentazione bancaria esistente e conserva documenti che dal 1539 giungono ai nostri giorni: un’immensa mole di notizie (80 km di carte), raccolte in 14mila metri quadrati, con più di 17 milioni di nomi. La particolarità dell’archivio consiste nella chiarezza e nella precisione delle annotazioni apposte su quelle che oggi si chiamano «cambiali di pagamento», le quali consentono di recuperare notizie inedite di opere realizzate da illustri artisti o piccole vicende di economia quotidiana, assieme a storie di persone celebri o sconosciute.

Olga Scotto di Vettimo, 19 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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