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Roberta Bosco
Leggi i suoi articoli «Siamo l’unica istituzione che possiede un fondo di opere di Joan Miró così ampio e importante, capace di attrarre studiosi e visitatori di tutto il mondo e abbiamo il dovere di dargli la maggiore rilevanza possibile»: lo dichiara Rosa Maria Malet, direttrice della Fundación Miró di Barcellona, durante la presentazione del programma per il 40mo anniversario del centro che si inaugurò il 10 giugno 1975. Oltre ai festeggiamenti (tra cui l’ingresso gratuitao per i coetanei della fondazione), la maggiore novità è il nuovo allestimento della collezione permanente, che occuperà tutto il pianterreno dell’edificio disegnato da Josep Lluís Sert mentre lo spazio per le mostre temporanee si sposterà al primo piano.
La collezione, che vanta 217 dipinti, 178 sculture, 8mila disegni, 9 tappeti, diverse ceramiche e 10mila documenti (per lo più accessibili online), si arricchirà di 20 tele fondamentali depositate dagli eredi dell’artista. In più, l’importantissimo corpus di opere cedute dal collezionista Kazumasa Katsuta, che dal 2000 si espongono in uno spazio separato, potranno essere integrate nel percorso espositivo. Finalmente l’imprenditore giapponese (suoi erano fino al 2006 gli 85 Miró poi acquistati dal fallito Banco Portugues de Negocios e passati allo Stato portoghese, che dovevano essere battuti nel 2014 da Christie’s e poi bloccati dopo accese polemiche, Ndr) ha dato il suo consenso e l’introduzione delle sue opere nel percorso permetterà di sanare alcune delle rare lacune cronologiche. Nel programma espositivo, la mostra più attesa dell’anno è «Miró e l’oggetto», a cura di da William Jeffet, che da fine ottobre riunirà 125 tra oggetti, pitture, collage, ceramiche e sculture, provenienti da musei europei e americani e illustrerà l’evoluzione di Miró dalla rappresentazione dell’oggetto fino alla sua introduzione fisica nell’opera. In questi 40 anni la Fundación Miró ha allestito 617 mostre e ricevuto 13 milioni di visitatori, di cui 485mila nel 2014. Il budget per il 2015-16 è di 8,3 milioni di euro, di cui l’80% (6 milioni) dalla vendita di biglietti (41%), cataloghi e merchandising (20%), il resto da Comune, Regione e Ministero della Cultura.
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