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Il disegno messo all’asta da Il Ponte il 19 ottobre con una stima di 1.200-1.400 euro

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Il disegno messo all’asta da Il Ponte il 19 ottobre con una stima di 1.200-1.400 euro

Meglio stare alla larga dalle attribuzioni-bomba: Caravaggio, Raffaello...

Due recenti casi di passaggi in asta di disegni assegnati a nomi importantissimi dell’arte antica italiana

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Simone Facchinetti

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Che cosa succede quando si maneggia una bomba disinnescata? È sempre meglio non toccarla anche se qualcuno vi assicurerà che potete farlo. Al contrario, se vedete una miccia che brucia vi conviene cominciare a correre. Anche le attribuzioni sono così, ce ne sono di innocue e di molto pericolose. Facciamo due esempi. La prima sembra una vecchia pistola arrugginita, di quelle col tamburo bloccato e il cane sgretolato. Si tratta di un disegno messo all’asta da Il Ponte lo scorso 19 ottobre (lotto 155) alla stima di 1.200-1.400 euro. Nel 1984 era sulla bocca di tutti perché Giovanni Testori l’aveva pubblicato come Caravaggio. Sì, avete letto bene: Michelangelo Merisi da Caravaggio.

Secondo Testori si sarebbe trattato di un foglio connesso alla palermitana «Natività coi santi Francesco e Lorenzo» (quella rubata nel 1969 e mai più ritrovata). Il saggio era uscito in un librone accademico, ovvero gli «Scritti di storia dell’arte in memoria di Anna Maria Brizio» scomparsa alcuni anni prima, dopo una lunga carriera universitaria a Torino e a Milano. Il disegno era di proprietà del medesimo Testori e la proposta di attribuzione non ha avuto alcun seguito. Quindi più che una bomba era un petardo bagnato. Nessun danno a cose o persone, escluso al proprietario (difatti è stato venduto a soli 2.400 euro).
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Di segno opposto il disegno di Raffaello (sì, proprio lui, Raffaello Sanzio, il quasi Dio dell’arte rinascimentale italiana) messo all’incanto da Dorotheum lo scorso 25 ottobre alla stima di 400-600mila euro, la cui attribuzione è stata confermata dall’emerito professore dell’Università di Cambridge Paul Joannides, autore nel 1983 di un volume sui disegni di Raffello. Un’amica parrucchiera quando l’ha visto ha detto: «Ma come, Raffaello faceva degli scarabocchi del genere?». Questa ha tutta l’aria di essere una bomba vera e propria che presto o tardi deflagrerà nelle mani di chi l’ha maneggiata incautamente. Potrebbe essere a orologeria. Io a distanza percepisco anche il rumore: tic, tac, tic, tac… Al momento non è esplosa (si è fermata a 260mila euro di martello), era una bomba giocattolo, siamo salvi, si è fatto male solo quello che l’ha comprata.

Simone Facchinetti, 15 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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