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Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoliBerlino. Controverso, scandaloso, sorvegliato dalla censura cinese ma sostenuto da molti, tra i quali Ai Weiwei, più volte arrestato con l’accusa di pornografia, Ren Hang si è tolto la vita pochi giorni fa a Berlino, e a darne per primo la notizia è stato un suo grande amico, l’editore Pierre Bessard.
Talentuosa e innovativa promessa della fotografia cinese, avrebbe compiuto trent’anni il prossimo 30 marzo, e nonostante i suoi lavori siano fatti di luce, di colori e di superfici levigate, di bellezza e sensualità, la sua voce non aveva mai taciuto un dolore di vivere dichiarato apertamente anche sui social, dove il 27 gennaio, vigilia del capodanno cinese, aveva scritto «Il desiderio di ogni anno è lo stesso: morire prima. Spero che accada quest’anno».
Se ne va mentre il mondo lo celebra con le personali allestite a Stoccolma, dove il museo Fotografiska ha da poco inaugurato «Human Love» (fino al 2 aprile), e ad Amsterdam, dove al Foam è ancora in corso «Naked/Nude» (fino al 12 marzo). E persino a pochi giorni dall’uscita della sua prima monografia, in 312 pagine, edita da Taschen da dove Dian Hanson, curatrice del volume, fa sapere «Volevo da anni un libro che esplorasse la sessualità in Cina, e Ren Hang ha superato le mie speranze. Le sue foto di giovani amici, maschi e femmine, aprono un’affascinante finestra sulla libertà sessuale in una società altrimenti conservatrice. Lo scorso ottobre Ren è caduto in una depressione devastante, resa più intensa dall’instabilità politica globale».
Nato e cresciuto in un sobborgo di Changchun, nella provincia industriale di Jilin, a 17 anni si stabilisce a Pechino per studiare pubblicità, e dal 2008 comincia a dedicarsi alle immagini con qualche primo scatto all’amico con cui condivide la stanza. La fotografia diventa la sua strada, la persegue da autodidatta, con una visione che sa coniugare il classicismo compositivo alla realtà cruda, un occhio limpido all’osservazione senza pudore, e dove l’erotismo risulta quasi disarmante per la sua innocenza.
In questi pochi anni è riuscito a creare un mondo fatto di sensualità, di figure composte da corpi che si intrecciano in nuove forme; di inquadrature fatte di pelle nuda e unghie smaltate, labbra vermiglie e animali vivi, frutti rossi e bocche piene, sessi e seni, e dove spesso la natura irrompe ad avvolgere la presenza umana, quasi a riprendersela e a confondersi con essa.
Spoglia la gente per fotografarla, perché nel nudo diceva di trovare «la reale esistenza delle persone». È questa la poesia del suo sguardo, quella che non cede alla pornografia, la curiosità di chi vuole esplorare l’altro per scoprirlo davvero, forse per cercare un ponte che possa salvarlo dal buio, e dalla sua tentazione «Se la vita è un abisso senza fondo, ha scritto, quando lo salterò la caduta senza fine sarà anche un modo di volare».

Ren Hang

Uno scatto di Ren Hang

Uno scatto di Ren Hang

Uno scatto di Ren Hang

Uno scatto di Ren Hang

Uno scatto di Ren Hang
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