Sandro Penna nella sua casa di Mole de’ Fiorentini (particolare)

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Sandro Penna nella sua casa di Mole de’ Fiorentini (particolare)

L’occhio infallibile di Sandro Penna

Alla Galleria Nazionale dell’Umbria 150 opere indagano il rapporto con il modo dell’arte del poeta, nonché conoscitore, collezionista e mercante

«Credo [...] che fosse [...] infallibile nel capire le qualità di un pittore. Era completamente libero nel giudizio, in anni in cui esistevano gli schieramenti [...]. Teneva i suoi quadri, ci viveva, li amava. Era un profondo conoscitore della pittura italiana, da Donghi a Mafai, a Schifano, a Tano Festa. Gli piaceva girare per studi e doveva aver girato molto, anche prima che io lo conoscessi». Le parole di Enzo Siciliano mettono a fuoco la figura di Sandro Penna, protagonista della poesia del ’900 ma anche attento conoscitore, collezionista e mercante, aperto nella sua poetica ai tracciati dell’arte novecentesca a cominciare dai suoi primi entusiasmi futuristi, riconosciuti da Roberto Deidier a proposito di quella che lo stesso Penna riteneva la sua prima, vera poesia compiuta, la sua poesia manifesto scritta nel 1924 dal titolo «La vita… è ricordarsi di un risveglio», dove, raccontando di un viaggio notturno in treno dalla sua città verso il mare delle vacanze a Porto San Giorgio, la macchina e la velocità avevano già fatto il loro ingresso nella sua scrittura.

Il rapporto del poeta nativo di Perugia (1906-77) con il mondo dell’arte è indagata per la prima volta nella mostra «Un mare tutto fresco di colore. Sandro Penna e le arti figurative», allestita nella Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia dal 6 ottobre al 14 gennaio 2024 (catalogo Magonza), attraverso la messa a fuoco dei gusti e tendenze diffusi sulla scena culturale fra gli anni Quaranta e gli anni Settanta, della quale il poeta fu un assoluto protagonista, al pari di Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia ed Elsa Morante, suoi amici e colleghi.

Curata da Roberto Deidier, Tommaso Mozzati e Carla Scagliosi, la mostra presenta 150 opere di autori quali Pablo Picasso, Jean Cocteau, Alexander Calder e altri, tra cui gli artisti coi quali Sandro Penna instaurò uno stretto rapporto di amicizia e una frequentazione quotidiana: da Filippo de Pisis a Mario Mafai, da Tano Festa a Mario Schifano e Franco Angeli, ovvero dalla Scuola romana ai giovani di Piazza del Popolo.

Oltre la ricchezza dei contenuti interdisciplinari, la rassegna, per la prima volta, offre l’occasione di vedere un vasto nucleo, recentemente identificato, di opere provenienti dalla casa del poeta, in via Mole de’ Fiorentini a Roma dove Mario Diacono nel 1958 ricordava tra gli altri opere di Salvatore Scarpitta esordiente, Giulio Turcato figurativo, Mafai, Luigi Bartolini, Virgilio Guidi, Giuseppe Capogrossi, Mario Sironi, Ottone Rosai, un crocefisso di Fazzini, disegni di Scipione, Renato Guttuso, Renzo Vespignani. Il percorso poetico di Sandro Penna è, inoltre, ben documentato da un’accurata scelta di autografi, diari e lettere, indispensabile, assieme alle prime edizioni e ai materiali audiovisivi, per far luce sulle passioni dello scrittore, attraverso il colto dialogo fra immagine e parola scritta.

Non stupisce allora che, parlando di Penna (il poeta ormai anziano), Cesare Garboli, esegeta autorevole rimastogli vicino negli ultimi anni di vita, scegliesse di equiparare il suo verseggiare al mestiere di pittore, associandone le liriche a veri e propri «quadri» e le raccolte a «mostre», suddivise «in grandi aree cronologiche», ricorda Tommaso Mozzati in catalogo.

Sandro Penna nella sua casa di Mole de’ Fiorentini (particolare)

Marta Paraventi, 06 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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