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Claudia Crosera
Leggi i suoi articoliLa Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia a Palazzo Attems Petzenstein, dal primo luglio al 2 ottobre, ospita la mostra «Italico Brass. Opere dalla Collezione Marignoli di Montecorona», curata da Michele Drascek e Alessandro Quinzi. I dipinti di Italico Brass (Gorizia, 1870-Venezia, 1943) provenienti dalla Collezione Marignoli di Spoleto (www.marignolifoundation.org) saranno messi a confronto con quelli conservati nelle collezioni dei Musei Provinciali. La Provincia di Gorizia prosegue così la collaborazione con la The Marignoli di Montecorona Foundation, presieduta dal marchese Duccio Kaumauali’i Marignoli e attiva a livello internazionale, per promuovere ricerche e curare mostre e pubblicazioni di storia dell’arte.
Tra i progetti di arte contemporanea già realizzati si ricorda la collaborazione con il Padiglione Sloveno curato da Michele Drascek (curatore dei progetti della Fondazione Marignoli), alla 56ma Biennale di Venezia. «Alla mostra di Gorizia, spiega Alessandro Quinzi, saranno esposti nove dipinti in un percorso che non vuole presentare esaustivamente la biografia artistica di Brass, ma offrire al visitatore un approfondimento sulla poetica del pittore, felicemente riassunta da Antonio Morassi nella celebre formula “Brass=Guardi+Manet”: i Guardi per i soggetti e il segno vibrante, Manet per il sentimento del vero e la potenza evocatrice dei neri profondi. Con questa mostra la Pinacoteca provinciale si arricchisce di un’ulteriore sezione monografica su un importante artista goriziano, che affianca quelle di Giuseppe Tominz (1790-1866), Vittorio Bolaffio (1883-1931), Anton Zoran Music (1909-2005) e Josef Maria Auchentaller (1865-1949), artista quest’ultimo della Secessione viennese, ma trasferitosi a Grado nei primi del Novecento».
Tra le opere di Brass appartenenti alle collezioni goriziane vi sono «Il racconto del missionario», databile attorno al 1893-95 (il periodo della formazione monacense) e acquistato dal Museo nel 1902, il bozzetto del dipinto conservato a Ca’ Pesaro a Venezia raffigurante la «Via Crucis» del 1898-99, donato dall’autore, e le due tele di argomento veneziano risalenti al primo decennio del secolo scorso intitolate «Burattini in Campo Santa Margherita» e «L’isola di San Giorgio». In prestito dalla Fondazione Marignoli giunge invece un nucleo di cinque dipinti a olio di Brass, frutto del lungimirante collezionismo del marchese Marignoli la cui raccolta spazia dal XVI al XIX secolo, con particolare attenzione all’arte umbra e del Centro Italia.
«Tre fattori hanno portato a questa mostra, racconta Michele Drascek, il primo è il legame tra me e la Fondazione, che consiste in una collaborazione attiva dove ricerca e discussione su tematiche, criticità e proposte inerenti a tutta la storia dell’arte sono all’ordine del giorno. Il secondo è il collezionismo. La Collezione Marignoli riflette sia la formazione culturale del suo fondatore sia il tessuto culturale del territorio in cui si trova. Il terzo fattore è la mia provenienza: Gorizia. Ho individuato nella Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, che conserva opere di Italico Brass, gli interlocutori perfetti per collaborare a un progetto espositivo. Esporre Brass a Gorizia e riportare qui alcuni suoi lavori, ricostruisce lo stretto rapporto tra l’opera d’arte e la società che l’ha prodotta; in questo senso le opere sono più facilmente leggibili». Al termine dell’esposizione un dipinto della collezione Marignoli sarà donato ai Musei Provinciali di Gorizia.

