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Le sollecitazioni critiche di Lampronti

Chiara Stella

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Nella ribollente settimana londinese dell’arte antica la galleria di Cesare Lampronti, al 44 di Duke Street in St. James, inaugura la mostra «Lights and Shadows. Caravaggism in Europe» (dal 29 giugno a tutto luglio, info su www.cesarelampronti.com).

Senza «presunzione di infallibilità», come dichiara lo stesso decano di Old Masters, l’antologia di ben 35 dipinti riprende l’argomento ancora controverso del verbo caravaggesco in Italia e in Europa. Lampronti si fa affiancare da storici dell’arte noti nel panorama internazionale (Andrea de Marchi, Riccardo Lattuada, Anna Orlando, Nicola Spinosa e Claudio Strinati), che firmano le schede in catalogo per gli specifici ambiti di competenza, che corrispondono anche alle cinque ideali sezioni in cui la mostra è divisa: Roma, Napoli, la Toscana, Genova e l’Europa.

C’è abbondante materiale per i conoscitori e alcune opere sono presentante come questoni aperte, in fase di studio. Per esempio un «San Giovannino» da un Caravaggio perduto attribuito a Battistello, una «Fustigazione di Cristo» del genovese Luciano Borzone che intriga proprio perché non finita, un Diogene di ambito spagnolo attribuito a Antonio de Puga, un «Ragazzo morso da un granchio», di ambito toscano, vicino a Cavarozzi, una versione del «Riposo durante la fuga in Egitto» attribuito a Orazio Gentileschi. In mostra anche altri nomi altisonanti: Ribera, Manfredi, Honthorst, Terbruggen, Preti, Stanzione, Assereto e altri «minori», come il monogrammista «R.G.», che contribuiscono a rendere la mostra lamprontesca ricca di stimoli critici.


Chiara Stella, 22 giugno 2015 | © Riproduzione riservata

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