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«Nó na garganta | Knot in the throat» di Jonathas de Andrade all’ex zoo di Torino © Photo Credits: Perottino-Piva-Peirone / Artissima 2023

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«Nó na garganta | Knot in the throat» di Jonathas de Andrade all’ex zoo di Torino © Photo Credits: Perottino-Piva-Peirone / Artissima 2023

Le mostre da non perdere nell’Art Week torinese

Dai progetti off di Artissima alle gallerie Tag, da musei e fondazioni agli spazi non profit, la nostra scelta per tutti gli «art trotter»

Olga Gambari

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Artissima non è solo una fiera, ma un soggetto plurale, un sistema solare di pianeti, satelliti e meteore che coinvolge tutti i luoghi dell’arte torinese e ne attiva altri temporanei, lungo una settimana breve dove ogni giorno è un programma impossibile da seguire. È la settimana di Artissima, in cui Torino sogna di rimanere una capitale dell’arte contemporanea, o di esserlo stata, in un paragone difficile e probabilmente inutile dato il contesto storico ormai completamente cambiato. Tra musei e fondazioni, molte le cose interessanti, a partire da alcuni progetti che Artissima ha realizzato in collaborazione con realtà cittadine. Tra questi la suggestiva la proiezione dell’opera video «Nó na garganta | Knot in the throat» dell’artista brasiliano Jonathas de Andrade sulla facciata dell’edificio che ospitava la Casa delle giraffe e degli elefanti nell’ex Giardino Zoologico al parco Michelotti, un dialogo inquietante e ipnotico di corpi e sguardi tra ragazzi e serpenti, e la mostra diffusa «Dove finiscono le tracce», che porta in giro per cinque luoghi torinesi invitando a passeggiare per la città, fuori dalla frenesia della settimana dell’arte. Opere della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRTin una mappa tra Palazzo Perrone di San Martino, Palazzo Madama, Museo del Risorgimento, Teatro Carignano e Teatro Regio, dove si trova anche una mostra dedicata alla figura eccentrica di Carlo Mollino, torinese oggetto di un culto internazionale, che realizzò nei primi anni Settanta questo teatro meraviglioso, immaginandolo come un organismo viola, arancio e rosso con una cascata di stalattiti di vetro per soffitto.

E ruota attorno a un’ideale rimessa in scena di due progetti teatrali di Agostino Bonalumi la retrospettiva il «Teatro delle Forze» alla galleria Mazzoleni a cura di Marco Scotini che si apre l’1 novembre. Sculture, ambienti e costumi concepiti per l’opera musicale «Partita» di Goffredo Petrassi e per l’azione coreografica «Rot» di Domenico Guaccero con Susanna Egri, andate in scena rispettivamente al Teatro Romano di Verona nel 1970 e al Teatro dell’Opera di Roma nel 1973, un progetto museale per una pagina poco nota dell’artista. Un altro omaggio imperdibile è quello a Marisa Merz, realizzato tra gli spazi delle gallerie di Tucci Russo e Giorgio Persano, un percorso tra disegni, grandi carte e una serie di testine scultoree che introduce nella dimensione magica della signora dell’Arte povera. È anche un omaggio la mostra di Joan Jonas da Noire Gallery, dal 3 novembre, disegni con serpenti e farfalle tratti dai quaderni di appunti per la realizzazione della performance «The Shape the Scent the Feel of Things» (2004-07), ispirata agli scritti di Aby Warburg. Alla Pinacoteca Agnelli un giro sulla Pista500 regala sempre uno sguardo indimenticabile sulla città, insieme a un gruppo di nuove installazioni che arricchiscono questo parco unico custodito sul tetto del Lingotto, dal 3 novembre insieme alla personale di Thomas Bayrle «FormForm SuperForm» e al dialogo tra Lucy McKenzie e due gessi di Antonio Canova della collezione Agnelli.

Poi, alla Fondazione Sandretto la personale «Visual Persuasion» di Paulina Olowska parla di desiderio ed erotismo al femminile, e si apre il 2 novembre con una performance della cantante Pat Dudek, ispirata alla rivista per adulti statunitense VIVA, un cult degli anni Settanta dedicato alle donne. Alla Fondazione Merz, invece, l’artista palestinese Khalil Rabah trasforma lo spazio in un’estensione del suo «Palestinian Museum of Natural History and Humankind (PMNHH)», progetto artistico nomade inaugurato nel 2003 che la cronaca drammatica di queste settimane rende quanto mai interessante per letture altre, per domande e quesiti, che solo l’arte, a volte, può svelare, oltre le verità. Al Pav, invece, si apre il 3 una mostra che ricorda Piero Gilardi, anima di questo luogo dedicato alla comunità multispecie del pianeta, evocandone una famosa performance mai realizzata. Nel mitico Piper, spazio torinese di pura sperimentazione e contaminazione, l’artista sarebbe voluto arrivare in auto per schiantarsi contro un albero di Natale pieno di palline, un «Car Crash» come il titolo della mostra, metafora dello spirito anarcoide di Gilardi.

Il 3 inaugurano anche le OGR, luogo sempre stupendo da vedere, con le mostre «Metronome» di Sarah Sze e «Tainted Lovers» di Sara Enrico, ricerche diverse, ma comune l’idea della mescolanza di segmenti concettuali e materici per restituire la complessità del presente. Al MAO,il 4 novembrel’occasione dell’inaugurazione di nuove installazioni firmate da Marzia Migliora, Kenga Kuma, Francesco Simeti e Lee Mingwei permette di visitare anche la mostra su duemila anni di cultura visiva e materialetra Mediterraneo e Asia Orientale. E a qualche passo, al Polo del ’900, Irene Dionisio presenta «Come stai Antonio? - di lacrime, sorrisi e sudore», mostra composta da opere diverse per una riflessione sulla ciclicità della storia e sul ruolo dell’intellettuale. Alla Gam debuttano due raffinati progetti espositivi, uno dedicato a Simone Forti, figura importante del dialogo tra corpo e suono conopere dei primi anni Settanta, un video e una serie di 4 disegni, mentre nel basement, il 1 novembre, la personale di Gianni Caravaggio «Per analogiam», opere realizzate in quasi trent’anni di lavoro, selezionate da Elena Volpato alla ricerca della metafora del tutto racchiuso nel dettaglio.

Poi, cercate lo spazio indipendente di Osservatorio Futura la sera del 4 novembre: una stanza blu custodisce una stella trovata dall’artista Gabriella Siciliano, nutrita a glitter, che verso le 23 verrà portata ai Murazzi, trasportata in canoa fino al locale Capodoglio, dove si daranno appuntamento tantissimi spazi indipendenti italiani per una serata di contaminazioni tra arti e musica. Infine, domenica 5, colazione a Barriera, con la mostra che presenta l’artista cubano Yoan Capote e il cinese Kan Xuan, ma offre caffè e croissant anche Casa Gramsci con un nuovo episodio della rassegna Miss Urgano, dedicata agli spiriti liberi di giovani artiste, che propone un dialogo tra Jessica Wilson e CCH. Anche le gallerie del circuito storico di TAG le mattine dal 3 al 5 offrono coffee breakfast dalle 10 alle 12, ed è uno dei modi migliori per farsi un giro di mostre.

«Nó na garganta | Knot in the throat» di Jonathas de Andrade all’ex zoo di Torino © Photo Credits: Perottino-Piva-Peirone / Artissima 2023

Olga Gambari, 30 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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