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Daniela Vartolo
Leggi i suoi articoliProsegue fino al 29 marzo presso la Galleria d’Arte Contini «Omaggio a Zoran Music» per ricordare i dieci anni dalla scomparsa dell’artista.
Trentasei le opere in mostra che spaziano dalla serie «Noi non siamo gli ultimi», a testimonianza della terribile esperienza vissuta da Music a Dachau, ai più sereni paesaggi senesi o dalmati, dal silenzio maestoso delle cattedrali alle colorate melodie dei «Cavallini», che diventeranno un soggetto tipico nella sua produzione, assieme alle serie delle «Zattere» e di «San Marco».
Music (Boccavizza, Slovenia 1909 - Venezia, 2005) non descrive la struttura reale del ricordo, ma la sua più profonda essenza. Solo così la realtà, anche la più terrificante, può diventare esperienza poetica e anche i suoi cadaveri accatastati si tramutano in atroce bellezza. La memoria diviene così filtro e protezione dagli orrori del mondo e della storia e le opere offrono uno spunto di riflessione atemporale per lo spettatore.
Se in «Uomo seduto» (1992) ritroviamo un ritratto in cui i tratti somatici del soggetto sono distorti e segnati dalle difficili esperienze di vita, prima fra tutte quella della deportazione nei campi di sterminio nazisti, in «Motivo Dalmata» (1951) le cromie sono eleganti e delicate e il sentimento del ricordo si tramuta in un’immagine legata all’infanzia.
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