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Chiara Coronelli
Leggi i suoi articoliIl centesimo meridiano che taglia in due gli Stati Uniti, dal Nord Dakota al Texas, è la linea lungo la quale Andrew Moore (1957, Old Greenwich, Connecticut) si sposta per dieci anni, a partire dal 2005. Da questi viaggi attraverso il Midwest, stretto tra le fertili pianure dell’Est e l’aridità dell’Ovest, nasce «Dirt Meridien», lavoro di cui una selezione è ora esposta nella personale che lo Spazio Damiani dedica al fotografo statunitense fino al 22 luglio.
Le condizioni climatiche estreme e il confronto con una natura difficile fanno di questi luoghi un’America diversa, affetta da siccità, sfruttamento industriale e scarsità demografica, un paesaggio inospitale ben lontano dal sogno esportato. Nei venti grandi formati a colori scorre un territorio senza confini, spesso ripreso dall’alto, dove il vuoto solitario è interrotto solo da costruzioni isolate, rare comunità rurali e strade a perdita d’occhio. La serie si trova anche nel libro edito da Damiani lo scorso anno.
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